Sono stata all’Immaginaria Film Festival e ho visto Margen de Error, un film decisamente femminile; sono qui con voi per capire se possiamo anche definirlo un film “femminista”
È stata organizzata questo 1 Ottobre la XV edizione di Immaginaria International Film Festival Of Lesbians & Other Rebellious Women. L’evento è organizzato dall’Associazione Culturale Lesbica Visibilia in partnership con il Festival Mix Milano, con il Patrocinio del Comune di Roma e di Ambasciate estere.
Io sono entrata con voi tutti, permettendovi con i miei scritti di essere lì con me. Inoltre ho voluto intervistare lo staff (intervista qui), ed oggi vi voglio raccontare del film: Margen de Error, che ovviamente non è stato il solo film. Potrete trovare le altre recensioni su BRAVE GIRLS.
Margen de Error: storie di donne narrate da donne
Margen de Error è un film Argentino con alla regia Liliana Paolinelli. Il film è uscito nel 2019 e dura 85 minuti.
Fra loro si crea un legame particolare: Iris assume un comportamento protettivo nei confronti di Maia, facendole conoscere la città e aiutandola a trovare casa, e la ragazza le si affida dimostrandole affetto, stima e fiducia. Il rapporto si complica quando Maia confessa a Iris di essere innamorata di una donna più grande di lei. E Iris comincia a sospettare che si tratti di lei stessa. Alimentato da qualche indizio, il dubbio di Iris finisce per prendere il sopravvento nella sua vita, mettendo a rischio la sua lunga relazione con Jackie e con le amiche che le circondano e portandola a immaginare di sovvertire totalmente la sua vita. Con qualche margine di errore.
Si tratta di un film femminile, ma è anche un film femminista? La risposta non è così scontata, nè tantomeno così netta. Il film non necessita di trattare tematiche politiche in quanto è uno spaccato privato. Perciò non è definibile femminista nel senso stretto del termine. Ciò che rende la pellicola valida è il contributo culturale, che porta alla formazione e solidificazione di un immaginario nuovo. Immaginario dove le donne non sono solo filtrate dal gusto e dall’accettazione dell’occhio maschile. Il film presenta, come il festival, uno spazio per le donne. Perché esistono anche spazi totalmente femminili, che spesso sono infatti sviliti se non totalmente ignorati.
Perchè serve ancora uno spazio solamente femminile nel cinema e nelle arti?
Come recita lo spot dell’evento, non si tratta di un’operazione nostalgia, ma di “un progetto per il futuro”. La rassegna di pellicole – che comprende film, cortometraggi e documentari – è legata dal filo conduttore della donna. Sono donne le protagoniste, la donna è la tematica e donne sono alla regia e nello staff tecnico. Il motivo è piuttosto semplice:
Affinché il Cinema non sia più un mezzo solo per gli uomini, ma anche per tutte le donne che vogliono raccontarsi attraverso la settima arte.
Il festival non è quasi mai risultato banale, scontato o ridondante. Chi non è mai stato in questa magica oasi non si rende conto di come è naturale raccontare storie simili. Per una ragione tanto banale quanto poco valutata: noi donne siamo umani, e i nostri discorsi come i nostri progetti possono appassionare esattamente come quelli di tutti gli altri.
Vi auguri di esserci, al prossimo appuntamento. Vi auguro di entrare in sala e scoprire, scorprirvi.