Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Faremo un viaggio nella Londra dell’800 alla scoperta di una scrittrice ha saputo vendere di più di Oscar Wilde e Arthur Conan Doyle. Parleremo di epoca vittoriana, di romanzo popolare e di donne indipendenti. Abbiamo dedicato questa puntata a Marie Corelli e alle sue opere

L’attore migliore è colui che interpreta alla perfezione la commedia della vita, come io aspiro a fare.

Uno dei grandi meriti di Marie Corelli, come si deduce da queste sue parole, è stato recitare un grande spettacolo che è durato tutta la sua vita. La Corelli, al secolo Mary Mackay, ha saputo creare in torno a se ed in anticipo con i tempi un vero per proprio culto della personalità diventando un’autentica star dell’epoca vittoriana. Ad aiutarla un talento letterario eccezionale, un carattere eccentrico ed un passato misterioso da lei inventato per generare interesse da parte del pubblico. Elementi che hanno dato vita ad un autentico personaggio anticonformista, totalmente diverso dalla tipica delle donna della sua epoca, a cui spesso sono stati riservati feroci attacchi dalla critica. Persone che giudicavano le sue opere troppo melodrammatiche e popolari.

Le opere di Marie Corelli

Marie Corelli è stata in verità una scrittrice troppo spesso dimenticata a causa delle forti critiche nonostante in vita avesse venduto più copie di suoi più illustri contemporanei come Arthur Conan Doyle e con i suoi romanzi avesse conquistato anche la stessa regina Vittoria. In realtà opere della Corelli come “Ziska. La strega delle piramidi” e “Vendetta” hanno aperto la strada a quella che sarà la futura letteratura gotica. Diceva di lei il famoso scrittore Henry James che “aveva un dono per i ritratti, le descrizioni sceniche, le caratterizzazioni dei personaggi e la capacità di mantenere viva la suspense. Anche se è abitudine deriderla, io trovo i suoi libri affascinanti e assolutamente coinvolgenti”.

All’interno dei suoi romanzi, come ad esempio “The Sorrows of Satan”, che da cui D.W.Griffith trasse un omonimo film, ritroviamo personaggi femminili che da un lato rispecchiano l’epoca vittoriana. Dall’altro sono, a differenza degli stereotipi dei loro tempi, intelligenti e indipendenti. Sono il simbolo perfetto di una donna che in vita ha tenuto un condotta così anticoformista da scrivere un articolo contro il matrimonio intitolato “The Modern Marriage Market”. In esso la Corelli accusava la società inglese della sua epoca di trattare le donne come oggetti da vendere.

Stefano Delle Cave