Marlon Brando: la carriera del divo per antonomasia

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Di Redazione Metropolitan

Icona immortale del cinema mondiale, Marlon Brando è una leggenda vivente e un simbolo per diverse generazioni. Il 3 aprile 1924 nacque a Omaha in Nebraska, quindi per celebrare i 98 anni dalla nascita ripercorreremo quelli che sono stati i passi che lo hanno portato, durante la sua carriera, nell’Olimpo di Hollywood

Marlon Brando Jr. nasce in una famiglia dove il padre era operaio, fabbricante di prodotti chimici mentre la madre era attrice e regista di teatro. Ultimo di tre figli aveva due sorelle Jocelyn e Frances, entrambe artiste, solo che le aspettative della madre erano rivolte soprattutto a Jocelyn, predestinata secondo lei a diventare una star internazionale. L’infanzia non fu sempre semplice tra i problemi di alcolismo dei genitori, la violenza del padre e i vari traslochi.

Gli esordi di Marlon Brando, un’infanzia difficile e l’inizio di una carriera intramontabile

Il dolore e la rabbia che gli provocava il contesto in cui viveva si trasferiva in comportamenti difficili tra furti, espulsioni a scuola e vandalismo. Venne iscritto in accademia militare, ma anche qui non andò bene perché in lui si era accesa, come alla sorella, la passione per la recitazione. Jocelyn iniziò a recitare già in una produzione teatrale mentre lui fu ostacolato e aggredito dal padre impedendoglielo perché considerato un mestiere da “donne, omosessuali ed emarginati”.

Nonostante questo lui non segue gli ordini e si trasferisce a New York, frequenta con la sorella l’Actors Studio come allievo di Stella Adler diventando tra i primi attori a seguire il “metodo Stanislavsky“. Da lì a poco Marlon Blando darà il via alla sua carriera con un esordio teatrale a Broadway e nel dramma del 1947 con “Un tram che si chiama desiderio”. Il debutto di Brando come attore cinematografico risale al 1950 in “Il mio corpo ti appartiene” di Fred Zinnemann, il film fu un grande successo, consolidatosi anche negli anni a venire. Fu inserito anche nella lista dei migliori dieci film dell’anno.

I film che lo hanno portato nell’Olimpo di Hollywood

Non passa molto che verrà considerato da subito tra i sex symbol di Hollywood in grado d’influenzare la moda, fu il primo poster boy d’America, simbolo di ribellione che già si associava alla figura di James Dean. La versione cinematografica di “Un tram che si chiama desiderio” lo renderà iconico, facendogli guadagnare la prima candidatura agli Oscar. Da qui il successo continuerà senza mai arrestarsi con altri film e altre candidature, prima a Cannes poi ai BAFTA. L’Oscar non si fece attendere troppo, nel 1955 lo ottenne come miglior attore protagonista per “Fronte del porto” e da lì in avanti continueranno una serie di successi che lo porteranno a un periodo di stallo e declino negli anni ’60.

La carriera di un divo come Brando non era destinata a terminare, così negli anni ’70 ottenne il suo riscatto grazie Francis Ford Coppola e il ruolo di Don Vito Corleone nel film “Il padrino“. Da qui il resto è storia, nessuno potrà dimenticarlo grazie anche ad altri film fatti successivamente come “Ultimo tango a Parigi” (1972) e “Apocalypse Now” (1979). La sua carriera lo ha reso per sempre un attore immortale grazie alla sua bravura e iconicità con cui ancora oggi pochi possono competere.

Francesca Agnoletto

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