Un anno fa, la tragedia. Erano le 13,43 del 3 luglio 2022 quando il crollo di un seracco del ghiacciaio di Punta Rocca, sulla Marmolada, travolse diciannove persone. Undici morirono, mentre altre otto rimasero ferite
Il 20 giugno scorso il gip del Tribunale di Trento, Enrico Borrelli, ha archiviato l’inchiesta della Procura, condividendo le motivazioni dei periti tecnici, secondo cui l’evento non era prevedibile. Nel frattempo, il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, ha confermato che “non ci sarà nessuna zona rossa” nel versante Nord della Marmolada, mentre sono in fase di definizione le modalità con cui l’area potrà essere percorsa in sicurezza
“Mi sento di dire che è come se fosse passato un giorno dal 3 luglio 2022, anche se dopo un anno si riesce a parlare dell’evento più lucidamente“, dice Alessandro, fratello di Filippo Bari, di Isola Vicentina, che ha perso la vita a 27 anni sulla Regina delle Dolomiti, lasciando la compagna e il figlio di quattro anni
Reinhold Messner, l’alpinista re degli ottomila metri, intervenuto ieri sera a Canazei nell’ambito della serata “Marmolada, il futuro della montagna al tempo del cambiamento climatico”, che ha aperto la tre giorni di iniziative a ricordo della tragedia di anno fa, quando il crollo di 63.300 metri cubi di ghiaccio travolse diverse cordate di alpinisti ad una velocità di 50-80 metri al secondo strappando la vita ad 11 persone.
In un’intervista al quotidiano La Repubblica, l’alpinista ha aggiunto: “La lezione della tragedia in Marmolada è che quanto successo, da qualche parte, si ripeterà. L’alpinismo lo sa e ne tiene conto, il turismo no ed è vittima della propria essenza di massa. Solo un salto di qualità culturale del turismo eviterà altre stragi”. Parole che restituiscono perfettamente il lato oscuro della montagna accanto all’infinita bellezza e la responsabilità dell’uomo nell’aumento dei rischi ad alta quota
Un anno fa il crollo del ghiacciaio di Punta Rocca, sulla Marmolada
Il 3 luglio dell’anno scorso, dopo settimane di caldo record, dalla montagna franarono 63.300 metri cubi di ghiaccio che travolsero diverse cordate di alpinisti ad una velocità di 50-80 metri al secondo strappando la vita ad 11 persone.
Il 21 giugno scorso l’inchiesta è stata archiviata dal Gip del Tribunale di Trento. Lo slittamento del seracco del ghiacciaio della Marmolada, poco sotto Punta Rocca, fu “un crollo imprevedibile”, provocato dalle alte temperature e dallo scioglimento della neve di superficie, ma anche dalla formazione di torrenti sotto il ghiaccio.
Oggi la Provincia è impegnata nei monitoraggi con sistemi avanzati per indagare la presenza di acqua liquida nel ghiacciaio, ma la montagna deve continuare a essere vissuta”, ha sottolineato ancora Fugatti.
Il sindaco di Canazei Giovanni Bernard ha spiegato che “a un anno dal 3 luglio, la Marmolada appare imbiancata ma il processo di scioglimento è lo stesso. Attraverso i rilevi con strumentazione ad hoc, la Protezione civile sta monitorando la montagna e sulla base dei dati spetterà a noi assumere i necessari provvedimenti. Diciamo no alle chiusure, ma intendiamo verificare se ci siano le condizioni per prevenire, pur sapendo che non è possibile mettere in sicurezza tutta la montagna”