Sono nate come le scarpe di un personaggio animato, ma in brevissimo tempo sono diventate le inseparabili compagne della femminilità preppy: le Mary Jane a distanza di più di 120anni ancora occupano uno spazio importantissimo, non solo nel guardaroba, ma anche nella storia del costume sociale. Rigorosamente nere, con cinturino, ed un leggero accenno di punta, hanno vissuto cent’anni di mutamenti, fino ad arrivare ad ora, così diverse da come sono state ideate ma così simili nella loro idea di ‘’versatilità’’. Ed è proprio in questa moltitudine di personalità che il modello delle Mary Jane resiste al peso della storia, senza mai divenire cimelio ma sempre it-shoes di collezione, come per questa FW23.

Mary Jane: tra storia ed animazione

Scarpe modello Mary Jane - Photo Credits fashion.thewom.it

Prima di essere scarpe, le Mary Jane, erano un disegno. Ancora lontane dall’essere le scarpe più desiderate degli anni ‘50, diversi anni prima nascono tra le pagine di giornale del New York World firmate da R.F. Outcault come parte del look della sorellina del protagonista di Buster Brown, il cui nome era proprio Mary Jane. La notorietà che ottenne il modello di scarpe grazie ai disegni, in uscita sul periodico, portò l’autore a vendere la licenza per produrle, prima tra tutti la Brown Shoe Company, che acquisisce i diritti per l’utilizzo della loro immagine a scopo promozionale. E non solo. Diventano così reali, dal disegno stampato alla realtà concreta proprio grazie all’estro creativo di Outcault e all’imprenditoria americana che vi lesse un’irriverenza che non apparteneva solo al personaggio d’origine, l’infantile Mary Jane, ma anche il segno comune di una nuova generazione che non sembra mai invecchiare. Ma la loro notorietà è dovuta anche al dopo, alla scena cinematografica, letteraria, artistica e pubblicitaria che nella loro varietà non mancò nell’indossare l’iconico modello personalizzandolo, rendendo così le Mary Jane le scarpe simbolo di un’estetica no-age.

Icon shoes per vere icone

Dalle mini size della piccola Shirley Tample all’austerità dei collegi inglesi, queste scarpa è stata per anni vista parte dell’infanzia, inserita in un preciso contesto sociale, agiato e conservatore. Le prime a portarle fuori dalle mura collegiali sono le dive 20s, che le abbinano ad abiti aderenti e trucco mortifero, alzandole e portandole negli swing club. I primi creativi a riprendere le Mary Jane sono Chanel e Dior: la prima a richiamo dell’uniforme educanda della sua infanzia, ed il secondo come simbolo di una femminilità decisa. Dopo di loro arrivano gli artefici della Space Age come Rabanne e Courreges, che le inseriscono nelle collezioni ready-to-wear rendendole moderne e versatili grazie alle finiture lavorate che permettono ad ogni modello di essere diverso dal precedente. Contemporanee ma pur sempre tradizionali, sono gli ultimi modelli di Prada e MiuMiu che non rinunciano al valore storico per presentare le loro ultime concept-shoes con punta sporgente e forma allungata: in equilibrio tra l’immediatezza della quotidianità ed il finishing formale. Ma non sono le sole, le collezioni FW23 sono colme di ricordi e suggestioni reinterpretate dalla it-shoes.

I modelli della FW23

Da Proenza Schouler a Dior, quali sono gli ultimi modelli apparsi nelle collezioni della FW23? Alte, basse, flat e con micro tacco, la forma varia ma i particolari rimangono gli stessi. Proenza Schouler e Patou presentano delle Mary Jane a stivali, in spessa pelle black, Dior si avvicina al modello classico rimanendo sul bianco e nero, Fendi aggiunge cinturini e Simone Rocha le romanticizza con tinte rosate e con la platform rialzata. Si vedono abbinate a gonne ampie, bomber stampati, maglie velate e calze lunghe, in una rilettura di ruoli e dimensioni che non si muovo per contrasto ma per similitudine. Così ritornano, senza mai aver lasciato la scena, le Mary Jane, ancora una volta simili ma non uguali, diverse e pur sempre tradizionali.

Luca Cioffi

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