Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Faremo un viaggio indietro nel tempo a Cannes alla scoperta di una sorprendente Palma d’oro che ha segnato la storia del cinema. Parleremo di un film irriverente e grottesco che ha rivoluzionato il modo di raccontare la guerra a Hollywood . Abbiamo dedicato la puntata di oggi a “M*A*S*H” di Robert Altman

“[…] lo studio mi costrinse a mettere all’inizio la didascalia “E poi fu… la Corea” […] però, per me, quello era il Vietnam […] Tutti i riferimenti politici nel film erano a Nixon e alla guerra del Vietnam.”

Con questa parole Robert Altman spiegò perfettamente il senso del suo “M*A*S*H” . Con una pellicola apparentemente ambientata nella guerra di Corea Altman dissacrò letteralmente l’America del suo tempo. Anzi il compianto regista americano cambiò totalmente il modo di raccontare la guerra non per questo nascondendone gli orrori. Il suo film infatti comunicava notevoli e polemiche e critiche sugli orrori bellici attraverso la goliardia e l’irriverenza.

M*A*S*H e la regia di Robert Altman

Il trailer di M*A*S*H, fonte Movieclips Classic Trailers

In “M*A*S*H” Robert Altman si serve del formato panoramico 2,35:1 e fa un ampio uso di carrellate orizzontali e campi lunghi. Lo scopo era quello di offrire un’esperienza totalmente immersiva allo spettatore che può decidere liberamente su quali delle diverse azioni contemporanee sullo schermo concentrarsi. “M*A*S*H” è, infatti, un film dal ritmo frenetico con dialoghi velocissimi e in gran parte improvvisati. Una struttura dunque non semplice ma che ci ha regalato sequenze leggendarie come quella della partita a football.

L’incredibile vittoria di una commedia

Quando la giuria presieduta da Miguel Ángel Asturias assegnò la Palma d’oro ad Altman fu un fatto epocale. Per la prima ed unica volta a Cannes veniva premiata una spassosissima ed irriverente commedia. “M*A*S*H” divenne in seguito un autentico successo commerciale che fu anche riproposto come serie di tv. Quell’anno però erano in concorso alla Croisette due cult italiani come “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri e “Dramma della gelosia” di Ettore Scola . Il primo ebbe il Gran Prix della giuria mentre il secondo si dovette accontentare di un Premio per la miglior interpretazione maschile a Marcello Mastroianni.

Stefano Delle Cave