Paul Schrader, regista de Il collezionista di carte, First Reformed, Il bacio della pantera, American Gigolo, e sceneggiatore di Toro scatenato, Taxi Driver, Complesso di colpa, Yakuza, ha vinto di Leone d’Oro alla carriera della 79° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia, che ha fatto propria la proposta del Direttore della Mostra Alberto Barbera. Il giorno successivo alla premiazione, il 4 settembre, il regista e sceneggiatore statunitense tiene una masterclass in diretta streaming fruibile sul sito della Biennale di Venezia.
“Breve corso di specializzazione” di Paul Schrader

“Schrader è una figura centrale della New Hollywood che ha rivoluzionato l’immaginario, l’estetica e il linguaggio del cinema americano a partire dai tardi anni Sessanta. Non è un’esagerazione affermare che si tratta di uno dei più importanti autori americani della sua generazione, un cineasta profondamente influenzato dal cinema e dalla cultura europea, uno sceneggiatore ostinatamente indipendente, ma capace di lavorare su committenza e di muoversi con disinvoltura nel sistema hollywoodiano. L’audace stilizzazione visiva che informa tutte le sue opere, le colloca tra le forme più moderne di un cinema non riconciliato e sottilmente indagatore della contemporaneità. Una contemporaneità con cui Schrader si confronta non solo con curiosità intellettuale e umana instancabile, ma anche con una sorprendente capacità di navigare l’evoluzione tecnologica del cinema e quella del suo sistema produttivo e distributivo. Grazie a questa spericolatezza – che non molti autori del suo livello osano, nella fase matura della loro opera – Schrader non solo continua a lavorare, ma ci ha dato alcuni dei suoi film più belli proprio negli ultimi anni“.
Alberto Barbera
Sabato 3 settembre Paul Schrader riceve il Leone d’Oro alla carriera prima della proiezione fuori concorso del suo ultimo lungometraggio da regista e sceneggiatore Master Gardner. Lo schema narrativo del film è quello consolidato dal regista, utilizzato a partire da Taxi Driver fino a First Reformed e Il giocatore di carte. Abbiamo un uomo dal passato traumatico che si pente di ciò che ha fatto e cerca la sua redenzione attraverso il sostegno di una figura più giovane. In questo caso il peccatore è un giardiniere, Narvel Roth – interpretato da Joel Edgerton– che insegna il mestiere del giardinaggio a Maya– Quintessa Swindell– giovane nipote della proprietaria della villa in cui lavora. Master Gardener, al contrario dei film precedenti del vecchio regista, nel finale riesce a essere ottimista e meno gnomico, emancipandosi dalla sua concezione pessimistica.
“Una regola per scrivere”
Durante la masterclass tenuta da Schralder, il regista risponde alle domande del pubblico, che talvolta gli chiede consigli circa la scrittura, la sceneggiatura.
“Una regola che ho per scrivere consiste nel far passare molto tempo prima di passare alla scrittura. Pensateci a lungo, tantissime volte, allora si innescherà un fenomeno: o l’idea morirà da sola […] oppure magari scrivete e la sceneggiatura stessa vi dirà “Basta!” perchè ultimata”.
Paul Schralder afferma che la ricerca e l’analisi lo aiutino a costruire un mondo intorno all’idea che ha. Non sono necessari particolari fondi, come è vero che “se l’idea è buona settanta pagine di sceneggiatura sono più che sufficienti“, afferma riferendosi a Taxi Driver, dichiarandosi contento di non averlo diretto. Arriva poi l’intervento di uno studente di scrittura creativa e aspirante sceneggiatore: “I docenti ci hanno presentato Taxi Driver come un manuale, una bibbia per tutti gli sceneggiatori o aspiranti tali[…]Che lezione potrebbe darci in merito?”
[…]Taxi Driver rappresenta in realtà come non si deve scrivere una sceneggiatura, se si vogliono rispettare le regole.[…] L’unica regola che forse esiste è quella della tradizione orale: perchè le sceneggiature e i film non sono letteratura, sono storie. Un film si basa su una storia che si racconta. Potrei intrattenervi qui con una storia che potrebbe diventare un film, ma non è letteratura. […]Al centro c’è l’atto di raccontare storie, per cui lasciate che l’idea si riposi…”
Joelle Cotza
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