Per la rubrica “Esseri unici” oggi racconto di un personaggio divenuto mito, Mata Hari. Il suo fascino, la sfrontatezza il coraggio e la sua popolarità segneranno la storia .
Margaretha Geertruida Zelle(1876–1917) meglio conosciuta come Mata Hari, nacque a Lereuwarden cittadina dei Paesi Bassi, il 7 agosto 1876. Dopo un’infanzia felice ed agiata, la sua vita si complicò a causa della morte della madre e del fallimento finanziario del padre. Mandata a Sneek presso il padrino, studiò a Leida in un collegio per future insegnanti. Margaretha attraverso un’inserzione matrimoniale conobbe e sposò il capitano Rudolf Mc Leod.
Dal matrimonio nel 1897 nacque Norman John. Per via di un incarico affidato al capitano Mc Leod, la famiglia si trasferì in un villaggio vicino Giava. Qui il 2 maggio 1898 nacque la secondogenita Jeanne Louise e dopo poco si trasferirono a Sumatra. La permanenza sull’isola non fu affatto facile per Margaretha, lontana dagli agi della vita occidentale, e complicata ancor di più dal difficile rapporto col marito, dipendente dall’alcool. La situazione però precipitò il 27 giugno del 1899 con la morte del piccolo Norman, probabilmente avvelenato, e la famiglia tornò a Giava.
L’inizio di una nuova vita
Qui Margaretha in cerca di serenità una sera accettò di assistere ad uno spettacolo di balli locali, e ne restò affascinata. Questo evento cambiò per sempre la sua vita. Tornata in Olanda e dopo il divorzio dal capitano Mc Leod, affidatario della piccola Jeanne, nel 1903 Margaretha andò a Parigi proprio nel fervente periodo della Belle Époque. Adattatasi a qualche lavoretto nel 1905 accettò di esibirsi nella danza giavese in casa di una signora parigina. Il successo di Margaretha si propagò ben presto all’intera Parigi fino ad arrivare all’industriale mounseur Guimet.
Costui nel 1905 la invitò ad esibirsi nel suo museo d’arte orientale, solo dopo averle dato il nome di origine Malese Mata Hari “occhio dell’alba”. Nei nuovi panni di danzatrice e dopo il successo nei vari salotti di Parigi, Mata Hari, arrivò ad esibirsi nei locali più famosi della città, tra cui l’Olympia e il Moulin Rouge. Da quel momento la sua fama valicò i confini e Mata Hari portò in giro per il mondo i suoi spettacoli finendo sulle prime pagine dei giornali di tutta Europa. Con lo scoppio del primo conflitto mondiale però la fortuna le voltò le spalle.
Mata Hari da ballerina ad agente segreto
Tornata nei Paesi Bassi girovagò in varie città muovendosi anche in Svizzera e Germania, seminando ovunque amanti e spasimanti. Uno di questi fu il console tedesco Alfred Von Kremer che propose alla donna di diventare una spia dell’impero austro-ungarico. La donna accettò e si arruolò nelle segrete fila del kaiser. Mata Hari ben addestrata, prima a Berlino poi ad Anversa prese il nome di agente “H21“. Arrivata in Francia con compiti ben precisi, ebbe l’idea di duplicare i guadagni duplicando il ruolo di spia.
Fu cosi che si arruolò anche nei servizi segreti francesi. Il gioco o meglio il doppio gioco durò poco, e i tedeschi ben presto scoprirono l’inganno. Arrestata a Parigi il 13 febbraio 1917 ebbe un regolare processo e il verdetto fu implacabile, condannata a morte. Il 15 ottobre alle prime ore del freddo mattino venne trasportata in un campo si trovò davanti ad un plotone d’esecuzione, giusto il tempo di regalare a quegli uomini un ultimo ammaliante sorriso e ricevette 12 colpi. Mata Hari fu sepolta in una fossa comune.
Di Loretta Meloni