Un terribile terremoto di magnitudo 7,5 e uno tsunami si sono abbattuti ieri sull’isola di Sulawesi, con un bilancio che sale a 832 morti, e molti dispersi.
Il Portavoce della Protezione Civile Sutopo Purwo Nugroho fornisce il bilancio.
La città più colpita è Palu, dove tanti dei dispersi stavano partecipando ad una festa sulla spiaggia quando l’onda li ha travolti.
I soccorritori non sono ancora riusciti a raggiungere le aree più colpite dal disastro,in particolare la città di Donggala.
Il portavoce dell’agenzia per i disastri riferisce che sono centinaia i feriti ricoverati negli ospedali e che molte persone non sono ancora state ritrovate.
Il primario dell’Ospedale Undata Komang Adi Sujendra lancia un drammatico appello: ”Abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile. Abbiamo bisogno di ospedali da campo, personale ospedaliero, medicine e coperte”.
Ancora in un video di tre minuti pubblicato sull’account Twitter dell’Associazione dei medici indonesiani il primario continua dichiarando: ”Ci sono numerose strutture mediche a Palu. Ma solo in questo ospedale abbiamo decine di morti, dodici persone che devono essere operate per fratture e nove persone con traumi cranici “.
La fornitura di corrente elettrica ed acqua è interrotta dal momento del disastro, ostacolando ancora di più l’operato dei medici.
Un funzionario dell’agenzia di crisi, Akris, dichiara: ”Molte case sono crollate, è successo mentre abbiamo ancora difficoltà a recuperare i dati dai nove villaggi colpiti dal primo terremoto”.
Due le scosse registrate,secondo la Us Geological Survey: una di magnitudo 6,1 della scala Richter e la seconda di magnitudo 7,5 ad una profondità di sei miglia.
Ancora vive nella memoria la devastazione provocata dal maremoto di Sumatra che provocò oltre 180 mila morti solo in Indonesia, e le scosse di terremoto che colpirono l’isola di Lombok, causando oltre 500 morti.
Francesca Ricciuti