Matt Damon: “Quando ero amico squattrinato di Ben Affleck”

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Di Federica De Candia

What Else?”, dice l’amico George Clooney nello spot della Nespresso. Il siparietto farà guadagnare a Matt Damon, che affianca il mitico attore del ‘lago di Como’, circa 150.000 dollari al secondo, per un totale di 3 milioni di dollari per 20 secondi di pubblicità. Tale è il successo di Matt Damon da Cambridge, attore, sceneggiatore e produttore tra i più ricercati. “Se è vero che vali quanto il tuo ultimo film, come vorrebbe la spietata legge di Hollywood, io ero un attore finito”.

Tutto cominciò al cinema nel 1988 con un piccolo ruolo in “Mystic Pizzaal fianco di Julia Roberts. Quando, seduto al tavolo chiede: “You want my green stuff?”. Fu quello l’inizio. Chissà se era quello il sogno sul banco di scuola del liceo condiviso con Ben Affleck, che viveva a due isolati di distanza, amico fin dall’età di dieci anni. E con cui muove i primi indimenticabili passi: “Io e Ben vivevamo insieme nello stesso appartamento microscopico, ci alternavamo a dormire sul divano“. “Come si fa a sapere quando un avvocato mente? Gli si muovono le labbra“. Dirà poi in “L’uomo della pioggia” di Francis Ford Coppola, e verrà scelto da Steven Spielberg per “Salvate il soldato Ryan“. E poi ancora per la trilogia “Ocean’s Eleven“. Non un gesto da gran divo, non una patina di celebrità sul volto da ragazzo. “Resto umile”. Questo il suo copione. Non una mossa scaltra, da falsa modestia, ma la sincerità di chi non si sente arrivato. “Questo è un mestiere, più lo fai e più impari“.

Matt Damon, Hollywood alla porta accanto

Quando vinse l’Oscar con Ben Affleck, per la migliore sceneggiatura originale di “Will Hunting – Genio ribelle”, nel 1998, finirono entrambi sulla copertina di “Variety”, e Matt raccontò che, con il giornale in mano andarono in giro per avere in affitto una casa più grande, mostrando la fotografia. Gli squattrinati di Hollywood, stavano per svoltare strada. Alle voci che con gli anni si rincorrevano, che lo volevano omosessuale, rivela senza imbarazzo e senza smentire sentendosi offeso: “In una scena, sono uscito dalla piscina, sono andato verso Michael Douglas, l’ho steso su una sdraio ed ho iniziato a baciarlo. E non pensate che lo abbia baciato solo una volta. L’abbiamo dovuto fare tantissimo. [Come bacia Douglas?] Michael è un baciatore fantastico”.

Dopo un fidanzamento con Winona Ryder, sposò Luciana Barroso, argentina di origini italiane, con una cerimonia informale, nonostante fosse già milionario e famoso, in Municipio nel 2005. Dopo otto anni però, rinnovarono la promessa con una cerimonia da 600.000 dollari a Saint Lucia. “La stanza era affollata, ma io vedevo solo lei“, così rievoca il primo incontro con lei, quando era barista a Miami. Matt Damon, non improvvisa: si piega sull’orto per imparare davvero a coltivare le patate per “Sopravvissuto” (The Martian), si è dedicato a suonare il pianoforte per “Il talento di Mr. Ripley“, ha fatto il barista in Tennessee per prendere l’accento del sud per “L’uomo della pioggia“. Se non fosse stato il semplice ragazzo della porta accanto ad Hollywood, se non avesse rincorso un sogno parlandone alla sera, magari difronte una pizza e il suo amico Ben, non sarebbe l’attore senza vanità, naturale, senza illusioni, e rivoluzionario com’è adesso.

Federica De Candia per MMI e Metropolitan Cinema. Seguici