Matteo Renzi, chi sono i genitori Tiziano e Laura: “Se mio padre è colpevole, spero per lui ci sia una doppia pena”

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Di Redazione Metropolitan

I genitori dell’ex premier Renzi sono agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. Tiziano aveva detto: “Il primo rottamato del figlio sono io”

Matteo Renzi, chi sono i genitori Tiziano e Laura

Tiziano Renzi e Laura Bovoli, marito e moglie con quattro figli due maschi e due femmine e genitori di Matteo Renzi.

Lei insegnante. Lui consigliere comunale a Rignano per 5 anni, dal 1985 al 1990 con la Democrazia Cristiana, dal 1999 al 2002 con il Partito Popolare Italiano, che nel 2001 è confluito ne La Margherita. Oltre la politica, è a capo di alcune società che forniscono servizi. Quindi cosa fa? Se chiedi chiarimenti in paese, spesso rispondono cose tipo “trafficone”. Fra i figli maschi di Tiziano e Laura ce n’è uno che si si chiama Matteo e, a proposito di suo padre, dichiarerà ai giornalisti: «Ha molte idee, pure troppe».

Matteo Renzi nel 2004 si candida alle elezioni per la presidenza della provincia di Firenze con il centrosinistra, quota Margherita. E vince. Con quasi il 60% delle preferenze. Da lì inizia la sua ascesa. Nel 2009 viene eletto sindaco di Firenze. Nel 2010 è già un personaggio di primo piano della politica italiana: lancia la rottamazione della classe dirigente del centrosinistra italiano. Nel 2012 partecipa alle primarie per la guida dello stesso centrosinistra alle elezioni politiche del 2013. Perde contro Luigi Bersani, ma perde bene. È votatissimo nelle regioni rosse, lui, che viene da una formazione DC.

Laura è andata in pensione e ha cominciato ad affiancare il marito nelle attività dell’azienda di famiglia. Di cosa si occupi l’azienda di famiglia continua a essere poco chiaro: marketing, pubblicità, comunicazione, eventi, fornitura di servizi, distribuzione di giornali, personale per le cooperative.

Dopo la sconfitta alle primarie del 2012 l’ascesa di Matteo è inarrestabile. Diventa prima segretario del Partito Democratico, nel 2013, poi presidente del Consiglio nel 2014. È l’uomo del momento. È il presidente del consiglio più giovane della storia repubblicana. Quando nel 2014 il Partito Democratico sfiora il 41% dei consensi, per tutti Matteo è il padrone del Paese. In molti dicono che è il nuovo Berlusconi, che rimarrà al potere per vent’anni. Pessimi profeti.

Intanto Tiziano, con le sue società multiformi, è inciampato in un procedimento penale. Nel 2014 è indagato dalla procura di Genova per bancarotta fraudolenta. Nel 2016 il procedimento verrà archiviato, ma è in quel momento che Tiziano Renzi fa la sua comparsa sulla scena nazionale. Da distributore di giornali, sui giornali comincia a comparire. E ci arriva come Tiziano, il babbo di Renzi, il presidente del Consiglio.

Matteo è a Palazzo Chigi e lui non è tipo da giardinetti. Fa cose, vede persone. Anche persone che forse non sarebbe opportuno vedere, con cui non sarebbe il caso di andare a cena, parlare, visto il lavoro che fa Matteo. Cosa faccia Laura, cosa Laura dica, non è dato sapere. Matteo è da 2 anni alla presidenza del Consiglio dei ministri quando scoppia il caso Consip.

Tiziano ha incontrato imprenditori che chiedono favori, dicono le indagini: è indagato per “traffico di influenze esterne”, che vorrebbe dire che ha utilizzato il suo ruolo per favorire qualcuno nei suoi affari. Il ruolo di babbo di Renzi. La sua posizione sarà archiviata, nell’ottobre del 2018, quando la stella politica del figlio è già ormai tramontata dopo la sconfitta al referendum costituzionale e le dimissioni da presidente del Consiglio.

Laura, la mamma, è sempre rimasta sullo sfondo. Lì, a Rignano, a fare la nonna. Titolare delle aziende di famiglia da anni, ormai, ma senza tutte le idee e il protagonismo di Tiziano.

Il caso Consip ovviamente colpisce Matteo, da politico: il babbo, dicono, fa affari poco chiari con la società, centrale di spesa che gestisce bandi milionari. In tutto questo arriva una frase di Matteo, dura, che spiega come si sono evoluti i rapporti. E poi una telefonata che dice di più di quel che sembra.

È il 3 marzo del 2017. Matteo Renzi è nella bufera per l’inchiesta Consip. È ospite in tv a Otto e mezzo da Lilli Gruber. Tutti aspettano una sua dichiarazione, dopo che suo padre è stato appena ascoltato dai magistrati. Padri e figli: lui che ha sconfitto i padri politici, che voleva aprire la strada alla generazione dei figli. Renzi dice a Gruber: «Se mio padre è colpevole, spero per lui ci sia una doppia pena».