Maurizio Calvesi, una vita per l’arte

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

La scomparsa di Maurizio Calvesi lascia un solco profondo. Tante le generazioni che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, studiare con lui o sui suoi testi. La lunga carriera alle spalle ha dato un apporto inestimabile alla storia dell’arte.

Studioso tanto prolifico e quanto versatile, ha lasciato in eredità saggi che rappresentano vere pietre miliari, come quelli sul Barocco e Caravaggio. Ha il merito dell’importante rivalutazione del Futurismo con approfondimenti su Marinetti, Balla, Carrà e Boccioni. Il suo intuito lo condusse ad avventurarsi tra i primi nel rapporto tra arte e alchimia.

Maurizio Calvesi - Photo Credits: avvenire.it
Maurizio Calvesi – Photo Credits: avvenire.it

Maurizio Calvesi, l’omaggio dell’Accademia dei Lincei

In una nota della prestigiosa Accademia di San Luca si legge:

è stato il primo studioso italiano, sin dagli anni Cinquanta, a mettere in luce le componenti dell’ermetismo rinascimentale e a introdurre l’interpretazione in chiave junghiana e iconologica dei grandi capolavori del Quattro e Cinquecento. Integrando questi strumenti all’analisi formale e attributiva e all’indagine d’archivio, Calvesi inaugura un metodo che porta contributi innovativi anche radicali alla conoscenza di artisti come Piero della Francesca, Giorgione, Dürer, Caravaggio, Piranesi, Duchamp, de Chirico.

Accademico, docente e curatore illuminato

Nato a Roma nel 1927, gli esordi di Calvesi furono dedicati alla poesia. Frequentando lo studio di Giacomo Balla, ebbe modo di avvicinarsi a Filippo Tommaso Marinetti. Entrò così a far parte dei “Aereopoeti Sant’Elia”. Si forma con grandi nomi della critica artistica quali Lionello Venturi, Giulio Carlo Argan e Francesco Arcangeli. Inoltre fonda il noto mensile d’arte Arte & dossier e ricopre importanti cariche istituzionali.

Tra i ruoli ricoperti, è stato presidente del Comitato per i Beni Artistici e Storici del Consiglio Nazionale per i Beni Culturali. Ordinario di Storia dell’Arte presso La Sapienza di Roma, è stato accademico dei Lincei e di San Luca. L’annuncio della sua dipartita è stato dato dal critico Alberto Dambruoso che ha definito il 24 luglio del 2020: “Un giorno molto triste per l’arte italiana”.

di Flavia Sciortino

Seguici anche

Facebook

Instagram

Twitter