Quando si è in procinto di scegliere uno psicologo con il quale affrontare un percorso di terapia, una delle prime domande che ci si pone è quella relativa al suo genere sessuale: insomma, è preferibile affidarsi a uno psicologo uomo o a una psicologa donna? Con l’aiuto della dottoressa Silvia Parisi, rinomata psicologa Torino, proviamo a rispondere a questa domanda.
Guida alla scelta
Ovviamente ciò che più conta è che il professionista a cui ci si rivolge sia realmente capace e possa contare su una preparazione importante, al di là del fatto che si tratti di una donna o di un uomo. È fondamentale, piuttosto, che lo psicologo sia in grado – nel contesto della relazione analitica – di mettere a proprio agio il paziente. Si tratta di una facoltà che è strettamente correlata allo stile e alla personalità del professionista, a prescindere dal suo sesso, e che ha un valore molto elevato in quanto potrebbe compromettere o al contrario agevolare l’alleanza terapeutica.
I dubbi sul sesso dello psicologo
È più che normale, in ogni caso, porsi delle domande a proposito del genere sessuale del professionista da scegliere, soprattutto se si pensa che allo psicologo possono essere raccontati disturbi, fatti o perfino fantasie che magari potrebbero non essere del tutto capite da un soggetto di sesso opposto. Insomma, in un certo senso c’è anche la paura di sentirsi giudicati, anche se ovviamente il bravo psicologo non solo non giudica il paziente, ma è anche predisposto per una comprensione ottimale. Il suo compito è quello di far emergere le zone rosse, le zone grigie e le zone nere, in modo che le stesse possano essere verbalizzate.
Come riconoscere una relazione terapeutica appropriata
È solo a partire da una buona relazione terapeutica che si ha la possibilità di curarsi con successo. Quindi, l’identità di genere del professionista non esercita alcuna interferenza dal punto di vista del successo e del buon esito della psicoterapia. O, per essere più precisi, il ruolo svolto non dipende dall’essere una donna o un uomo, ma piuttosto dalla capacità di stimolare – e al tempo stesso di venire stimolati – evitando qualunque tipo di deragliamento. In sintesi, gli aspetti a connotazione sessuale, se presenti, devono sempre essere tradotti in materiale di analisi. Compito di uno psicoterapeuta è, tra l’altro, quello di saper sfruttare le componenti femminili e quelle maschili al fine di comprendere in maniera più efficace lo sviluppo delle dinamiche inconsce, che così possono diventare visibili ed essere verbalizzate.
La prospettiva del paziente
Con il transfert, il paziente che è in analisi manifesta la tendenza a trasporre significati della storia personale nel soggetto reale del terapeuta, a causa di esperienze psichiche che non sono state superate e che in un certo senso sono rimaste in sospeso. In qualità di psicoterapeuta, lo psicologo diviene silente dal punto di vista sessuale, anche perché il paziente ha la necessità di sentirsi capito e soprattutto di non sentirsi giudicato. Questo è un presupposto di assoluta importanza ai fini di una relazione terapeutica di successo, il che non vuol dire che le resistenze inconsce possano arrivare a imporre una falsificazione.
Come opera uno psicologo abile
Sta alla bravura dello psicologo evitare di farsi ingannare: il che vuol dire, per esempio, evitare di assecondare la richiesta delle resistenze che vorrebbero un atteggiamento cordiale e troppo assecondante. In alcuni casi il processo di cura comporta il dolore e richiede fatica; spesso l’emancipazione e il cambiamento che ne deriva presuppongono il superamento di ostacoli. Bisogna essere chiari: l’analisi e la psicoterapia non sono solo rose e fiori, ma possono prevedere anche dei rancori e delle ostilità. E questo non è un tema che dipende dal sesso dello psicologo.
Le scelte dei pazienti
È legittimo che il paziente operi una scelta sulla base dei propri pregiudizi. Si è liberi di decidere di andare da uno psicoterapeuta solo se questo è un uomo o solo se questa è una donna. Tuttavia, in molti casi essere impositivi da questo punto di vista vuol dire solo che si ha paura e non ci si vuole far curare sul serio a causa di una serie di resistenze che, con un bravo professionista, possono comunque essere superate nel corso dell’analisi.