Gli stabilimenti Fca si fermeranno da domani fino al 10 maggio a causa della cosiddetta crisi dei microchip. Un fenomeno causato dalla pandemia di Covid che ne ha visto aumentare il fabbisogno a causa di un grande aumento della richiesta di strumenti elettronici. Rallentata anche la produzione Peugeot e Mercedes.
Fca , la crisi mondiale dei microchip e Melfi
La crisi mondiale dei microchip è un fenomeno causato dalla pandemia Covid. Con l’aumento della richiesta di nuovi strumenti elettronici dovuti allo smartworking è aumentato il fabbisogno di microchip, elementi essenziali per il funzionamento di queste tecnologie. Questo ha comportato che i paesi asiatici, principali produttori di microchip, come Corea del sud e Cina, privilegiassero soprattutto il loro mercato interno e la produzione di chip per strumenti tecnologici comuni come tablet e iphone. Ecco perchè il settore dell’auto è stato penalizzato. Una crisi che ha comportato la chiusura degli stabilimenti Fca di Melfi da domani al 10 maggio con cassa integrazione di tutti i suoi dipendenti.
Ad annunciare questa drastica misura i sindacati confederali metalmeccanici. Il motivo è che Fca non ha più microchip da installare nelle sue vetture. Questo infatti è un elemento imprescindibile per il funzionamento di ogni vettura e della sua centralina elettronica. A Melfi in particolare si producono Jeep e Fiat 500X. La crisi ha colpito anche gli stabilimenti Peugeot e Mercedes la cui produzione è rallentata nelle scorse settimane. Al momento per le organizzazioni dei lavoratori non c’è una soluzione a questo problema causato anche da un contemporaneo calo della domanda.
La precedente chiusura
Gli stabilimenti Fca di Melfi avevano già chiuso dal 2 al 12 aprile con cassa integrazione per tutti i 7000 dipendenti. Questa però è stata solo l’ultima di diversi stop quest’anno il cui prossimo sarà a maggio. “Non posso escludere che avremo ulteriori interruzioni del turno a maggio, poiché questo problema sta diventando sempre più grande e sempre più difficile da gestire”, ha spiegato il sindacalista della Uilm Marco Lomio parlando di una crisi che impatta sempre più sullo stipendio dei lavoratori.
Stefano Delle Cave