Memorandum Italia-Libia, diverse associazioni ne chiedono l’abrogazione

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Di Redazione Metropolitan

Quella dei migranti è una questione al centro delle politiche estere ed interne di molti Paesi. Da anni, infatti, flussi migratori continuano a convergere verso la nostra penisola, e l’Unione Europea in generale, ma una soluzione definitiva sembra essere sostanzialmente lontana dall’essere trovata. A preoccupare maggiormente, inoltre, sono le azioni di coloro che tentano di ricavare un profitto da un tale fenomeno. E se alcune nazioni hanno deciso di chiudere una volte per tutte le loro frontiere, altre hanno scelto di dare una mano a quegli Stati in cui suddetti gruppi di persone, pronte a lasciare la propria patria in cerca di condizioni di vita migliori, si riuniscono. Una di queste è l’Italia, che nel 2017, ha stipulato uno speciale Memorandum con la Libia per contrastare il contrabbando e la tratta illecita di esseri umani. Tuttavia, pare che il patto non stia riuscendo nell’intento. Anzi, starebbe generando l’effetto contrario.

Per questo motivo, diverse associazioni nostrane, europee e africane stanno indicendo petizioni per chiederne l’abrogazione, al fine di non peggiorare la situazione già precaria di coloro che dovrebbero beneficiare dell’accordo.

Il report delle Nazioni Unite e la richiesta del Manifesto di abrogare il Memorandum

Il Memorandum Italia-Libia rappresenta un’intesa tra le due potenze del Mediterraneo volta a combattere lo sfruttamento, gli abusi e i soprusi ai danni degli immigrati. In particolare, prevede aiuti economici, provenienti dall’EU, alle autorità in loco per garantire maggior sicurezza a chi si imbarca ed evitare che i contrabbandieri possano approfittarne. All’inizio la durata prevista del provvedimento era di tre anni, ma attualmente è ancora in vigore. E visti i risultati (pessimi) conseguiti in questi ultimi anni, evidenziati persino da un report dell’ONU, in tanti ne chiedono ufficialmente l’abolizione.

Stando alla Missione d’inchiesta indipendente condotta dalle Nazioni Unite, sarebbero molteplici i crimini contro l’umanità commessi in Libia. Difatti, una volta arrivati sulla costa africana, i rifugiati sarebbero sottoposti a torture, violenze sessuali e detenzioni il più delle volte ingiustificate in carceri ufficiali (e ufficiosi), senza alcuna via di scampo. L’unica alternativa sarebbe quella di aderire ai programmi di rimpatrio, come spiegato da Il Manifesto. Sfortunatamente, però, persino in quel caso i rischi che circostanze del genere possano riproporsi in madrepatria è a dir poco alto. Ma cosa c’entra il Momerandum?

Cosa sta accadendo in Libia?

Ebbene, il programma di sostegno alle forze libiche (i cui intenti spesso divergono da quelli dell’alleanza) starebbe fornendo loro i mezzi necessari per perpetrare tali atrocità. A tal proposito, il Governo di Al Mabani avrebbe provveduto all’arresto di diversi individui. E nel corso delle retate, ci sarebbero stati morti e feriti, fa sapere Il Manifesto. E come se non fosse già abbastanza, la guardia costiera riprenderebbe addirittura le imbarcazioni già partite e procederebbe al fermo del loro equipaggio. Pertanto, varie organizzazioni richiedono che il nostro esecutivo provveda all’immediata cancellazione del Memorandum,. La speranza è che si possa arrecare un po’ di sollievo ai poveri malcapitati d’oltremare.

In pieno XXI secolo è assurdo assistere a scenari di questo tipo. Ma ancor di più lo è il constatare che quei diritti inalienabili dell’uomo che dovrebbero essere riconosciuti a priori, in svariate realtà, vengono ancora completamente ignorati. Ci auguriamo che il Presidente del Consiglio Mario Draghi ascolti gli appelli e contribuisca a mettere un punto ad una situazione che non si può (e non si deve) più sostenere.

Scritto da Diego Lanuto.

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