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“Mense per il clima” il progetto alla Sapienza: una lotta da conoscere

Il consumo di carne rappresenta una delle principali cause del cambiamento climatico, per questo motivo alla Sapienza di Roma è nato un progetto ambizioso, che vuole riproporre un modello virtuoso presente in Germania. “Mense per il clima” è la riprova che le nuove generazioni impiegano forze e tempo in una battaglia che di tempo ne ha poco.

Dopo aver assistito ad un loro esaltante dibattito sul tema, ho contattato nuovamente Valerio Mezzanotte e Luca Gandolfi, rispettivamente presidente e vicepresidente del Circolo Legambiente Gemme di Roma.

Da dove parte la nascita del progetto?

Luca e Valerio: Il progetto nasce un giovedì sera come tanti, durante una delle nostre riunioni di circolo. La notizia che all’università di Berlino avessero deciso di ridurre il consumo di carne e derivati ci ha colto anche un po’ di sorpresa, è stato come un campanello che ci ha risvegliato: anche noi abbiamo una mensa universitaria, e non avevamo mai pensato a nulla del genere, sarebbe stato importante poter agire sulla Sapienza, la più grande università d’Europa in termini di iscritti. L’inizio del progetto è avvenuto poco dopo quando Essere Animali ha lanciato “Mense per il Clima” che portava su scala nazionale la stessa idea e la stessa richiesta che stavamo portando avanti nel nostro territorio. Nel giro di poco tempo è nata una collaborazione e da lì in poi abbiamo progettato insieme i passi seguenti e contemporaneamente ampliato il coinvolgimento delle altre associazioni e movimenti, fino a raggiungere tutti quelli presenti ora.

Berlino come fonte di ispirazione?

Luca e Valerio: A partire dall’inizio dello scorso anno, le 34 mense e caffetterie nelle quattro università di Berlino hanno deciso di offrire un menu 68% vegano e 28% vegetariano, con una sola opzione di carne e una di pesce a settimana. L’obiettivo di lungo periodo è quello di ridurre l’offerta di tali alimenti al 4% sull’intero menu universitario. Un’iniziativa voluta dagli stessi studenti per andare verso un’alimentazione sempre più sostenibile. La base di questa idea è infatti quella di diminuire l’impatto climatico, e in questo le nostre scelte alimentari possono aiutare, specialmente se supportate da scelte politiche: la maggior parte delle emissioni agricole nell’Unione europea deriva proprio dagli allevamenti bovini (circa il 60%), mentre in Italia gli allevamenti intensivi sono la seconda causa di inquinamenti di polveri sottili (15%).

Le associazioni coinvolte

Luca e Valerio: Ad oggi le associazioni che stanno partecipando al progetto sono: Legambiente Gemme, Essere Animali, Fridays for Future Roma, Extinction Rebellion Roma, Sinistra Universitaria Sapienza, Link coordinamento universitario, Unione degli Universitari, Legambiente Lazio.

I feedback ricevuti

Luca e Valerio: I primi feedback sono ottimi: in poco meno di due settimane circa 800 persone hanno risposto al sondaggio che abbiamo lanciato sulla mensa di via de Lollis (la mensa della città universitaria), ed i primi risultati sono molto promettenti. Le associazioni sono entusiaste di partecipare e se ne aggiungeranno presto altre con cui stiamo dialogando. Sul piano istituzionale, da parte della Disco Lazio (l’ente regionale per il diritto allo studio)

Abbiamo ricevuto una risposta positiva alla nostra richiesta di attivazione di un tavolo di lavoro sul tema, e stiamo ora cercando di fissare la data del primo incontro. Siamo fiduciosi ma anche attenti, non sarà facile. È importante far capire che non ci rivolgiamo ad una nicchia di persone ma a tutte e tutti, e che è nell’interesse comune affrontare il tema. La crisi climatica ci tocca tutte/i e non possiamo e non vogliamo fare finta di niente.

I prossimi passi

Luca e Valerio: Per il futuro prossimo, oltre all’incontro con la Disco Lazio, abbiamo in programma di rilanciare la campagna con un evento in Sapienza per maggio, magari con un cineforum o un aperitivo (sempre vegetale!) con un dibattito sul tema. Per noi è infatti fondamentale lavorare su due piani: portare avanti le richieste sul piano istituzionale e nello stesso tempo sul piano dell’informazione e della sensibilizzazione, senza per questo colpevolizzare i singoli individui. Passare ad una dieta a minor impatto ambientale è l’azione più significativa che ogni individuo possa fare per fronteggiare la crisi climatica, ce lo dice l’IPCC (Intergovernmental Panel on

Climate Change). Un altro passo fondamentale è sicuramente l’ulteriore ampliamento delle realtà coinvolte nel progetto.

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