Metaphor ReFantazio è uno di QUEI giochi. Un’esperienza che ti cambia dentro e attiva tutti gli interruttori: diverte, fa riflettere e commuovere, impegna la mente e richiede costantemente attenzione, dedizione e intelligenza. Atlus ce l’ha fatta di nuovo, accidenti, e From Software sta ai Souls Like come lei sta agli RPG moderni. Non più, come suggeriscono alcuni meme sul web, ambientati unicamente in scuole giapponesi inspiegabilente coinvolte in complotti ultraterreni (Shin Megami e i Persona in effetti son tutti così). Bensì, in un mondo fantasy ENORME, eppure dipinto con una spaventosa cura per i dettagli. Nel rispetto delle tradizioni e dei” capisaldi” del genere, ma senza sacrificare la folle fantasia e i design spaccamascella di Atlus.

Il re è morto: lunga vita al re

Comincia tutto con l’efferato regicidio del sovrano di una nazione “lontana lontana”, il setting perfetto per il tipo di fantasia che Atlus ha deciso di raccontare, pur essendone stata fino a ora lontana (lontana). Infatti, la sua popolazione è divisa tra razze e tribù in perenne contrasto, con caste nobiliari fin troppo snob al vertice e un “piccolo popolo” sempre più arrabbiato, che annaspa per sopravvivere con gli avanzi. Il colpevole non è misterioso, ma dichiarato: Louis, un generale di umilissime origini che, almeno per quanto ne sappiamo all’inizio, crede di poter fare meglio del sovrano che ha appena accoltellato.

Per lui, un prodigio della magia, la forza è tutto e conta perciò di usarne quanta necessaria per diventare il nuovo regnante, spodestare le caste nobiliari e diminuire il potere dei religiosi fedeli al Sancto, fin troppo influenti e ricchi.

Tuttavia, concentrato com’è nel deviare eventuali rappresaglie che reputa “al suo livello”, non si accorge che tra i ranghi più bassi serpeggia una ribellione, guidata da cavalieri fedeli al Re assassinato e a suo figlio, che tutto il popolo crede morto in un incidente. In realtà, “l’incidente” fu un agguato ai danni della corona, a seguito del quale il principe rimase vittima di una maledizione. Rovi di spino lo attanagliano da allora, costringendolo a un sonno forzato in attesa di un’inevitabile dipartita.

È qui che entra in gioco il protagonista che impersoniamo, coetaneo, servitore e amico dell’erede addormentato, a cui è assegnata una missione. Deve viaggiare fino alla capitale con l’aiuto della piccola fata di nome Gallica, una via di mezzo fra Navi di Link e Campanellino di Peter Pan e consegnare gli ordini dell resistenza a un infiltrato: uccidere Louis e impedire che salga al trono. E dato che si crede l’usurpato fosse dietro all’attentato del principe, è possibile che uccidendolo si sciolga anche l’incantesimo che lo incatena. Solo che la situazione precipita in fretta, niente va come deve andare e il nostro protagonista si trova al centro di eventi inspiegabili, magici e fondamentali per tracciare il percorso futuro di tutto il mondo. Eventi che non vi raccontiamo, perché sarebbe criminale farlo.

metaphor refantazio ph credit atlus

Uno, nessuno e centomila “Fantasy”

Prima ancora che un ottimo GDR, Metaphor ReFantazio è anzitutto una storia fantasy eccellente, che DOVETE scoprire da soli pezzo per pezzo, fin dal principio. La creatura Atlus attinge tanto per cominciare, è ovvio, a Final Fantasy e al suo immaginario “magi-tecnologico”, affollato di navi volanti, motori appartenuti a un popolo estinto più avanzati di qualunque prodotto moderno, di fianco a combattenti cappa e spada, armature di maglia e cavalieri. C’è poi un po’ del “trono di spade”, per via degli intrighi politici, delle macchinazioni, degli intrighi raccontati. Un po’ di “Il signore degli anelli”, con il suo intreccio di magie, razze, nobili e poveri in balia di poteri potentissimi e fuori dal loro controllo.

Sono tanti anche i richiami al mondo delle fiabe, filtrati come tutto il resto attraverso una lente nipponica che, però, è meno evidente di quanto ci saremmo aspettati; emerge solo attraverso puntuali e mai abusati “cliché” caratteriali, piccoli fanservice e idee folli che coinvolgono spesso anche il comparto ludico. Come far usare al protagonista una spada levitante a mo ‘di skateboard, quando dobbiamo muoverci velocemente nelle città e nei luoghi sicuri.

L’impasto narrativo e immaginifico non potrebbe dunque essere più creativo e interessante di così, sfaccettato eppure sempre e fortemente “fantasy”, ma in tanti modi diversi resi complementari da una sceneggiatura praticamente perfetta. Ripensando a recenti interviste del Game Director, le sue dichiarazioni sulla mole di ricerche svolte per adattare lo stile dei racconti Atlus e Persona in un contesto fantastico si sono evidentemente concretizzate e valorizzate.

Tuttavia non è solo la macrostoria a funzionare benissimo, quella relativa la successione al trono del regno e all’invasione improvvisa dei suoi territori da parte di mostri orrendi, i più potenti dei quali prendono il nome di “Umani” (…). Come in ogni storia fantastica degna di questo nome, la vera validità dello scrittore si manifesta quando si scende di scala, e si approfondiscono i legami tra i protagonisti, i cui comportamenti cambiano in modo credibilissimo man mano che si conoscono, dando davvero l’illusione del tempo che passa, e di un’amicizia che va impreziosendosi. Le loro backstories e motivazioni poi, sono tutte ottime e coerenti. Così come lo sono le missioni secondarie, tutte magnificamente inserite nel contesto geopolitico, in quello ludico. E che grazie alla meccanica dei “giorni” ereditata da Persona non si avvertono mai come posticce, ma come parte del tutto. Oppure, ancora più in piccolo, quando si dialoga con gli NPC, o camminando si ascolta il loro vociare preoccupato, le lamentele sul governo, addirittura i commenti razzisti rivolti a date etnie ritenute “sporche o inferiori, inutili”. In quei momenti non siamo solo spettatori di un’epopea epica, bensì vi entriamo dentro, la subiamo come tutti gli altri popolani, ne avvertiamo il peso. Che troppo spesso, in racconti di qualità inferiore, viene scioccamente trascurato. mentre in Metaphor diventa addirittura uno strumento di gameplay, con negozianti che alzano i prezzi o si rifiutano di venderci prodotti in quanto il nostro protagonista è un “Elda”: una razza disgraziata e odiata da tutte le altre. E tante altre chicche di questo tipo, che collegano narrativa e gioco fondendoli con maestria

Metaphor ReFantazio: Persona 5 – like

Bisogna prenderne atto: Metaphor ReFantazio è un ottimo gioco anche perché approfondisce e sviluppa il collaudato e apprezzatissimo stile di Persona 5. “Quindi” potreste chiedervi” è vero che è un suo clone con skin fantasy e basta!”. Ma così facendo dimentichereste quanto la nostra epoca videoludica sia dipendente da un suffisso piccolo, ma pesantissimo: like. Ne sono un esempio i Soulslike, adorati spesso oltre ogni ragionevole dubbio nonostante le somiglianze reciproche. Allo stesso modo, credo Metaphor non venga svilito se lo incaselliamo nei “Persona like”.

I giochi nati da una branca della serie Shin Megami si sono evoluti a modo loro negli anni, restando nella traccia degli RPG alla giapponese, valorizzandone certe meccaniche peculiari. Fino alla sublimazione definitiva, Persona 5 e P5 Royale, che ne hanno a nostro avviso consacrato l’unicità come un genere “like” a parte.

Ciononostante, essere “come” (like) non significa ricalcare precisamente, come del resto Bloodborne o Sekiro, o persino ogni nuova iterazine di Dark Souls non é mai del tutto uguale alla precedente. Metaphor quindi gioca in casa ed evolve, non imita, quanto di buono Persona ha fatto prima di lui.

Come il sistema di legami da stringere con i personaggi di gioco, non solo quelli giocanti,a anche vari NPC. Come in P5 é importantissimo per approfondire Lore e background, ma anche fondamentale per sbloccare potenziamenti e versioni aggiornate degli “Archetipi”. Cosa sono? Beh, sono “personae”, o “tarocchi” se vogliamo andare nel reame di Shin Megami, ma sono anche vicini al mondo delle “classi” e dei ruoli tipici dei GDR fantasy tradizionali.

Assolutamente da Persona é anche la progressione delle vicende divisa in “giorni”, con date da rispettare per assistere a dati eventi, missioni a tempo, ciclo giorno/notte con relativi cambiamenti alle attività che si possono svolgere. Gestire il proprio tempo a dovere é imperativo, e ci sarebbe piaciuto approfondire cosa succede andando piu o meno di fretta. Ma appunto, il tempo é tiranno, e abbiamo proseguito su una Route abbastanza lineare ed efficiente, per fare crescere i personaggi uniformemente. Non mancano poi, sempre tipici di Persona, numerosi filmati anime, in realtà in numero anche superiore a quelli del gioco ispiratore, e di qualità sempre eccellente. Tuttavia, è ovvio che la trama non sia sempre narrata attraverso intermezzi animati, ma fa uso anche di classici box di testo a scorrimento con modelli 3D che recitano sullo sfondo (abbastanza statico in realtà) e primi piano illustrati che “parlano” mostrando le emozioni del momento in modo efficace (e tipico).

Metaphor ReFantazio ph credit atlus

Combattimenti in tempo reale?

Abbiamo volutamente glissato su approfondimenti che riteniamo superflui riguardo i combattimenti a turni, del tutto simili a quelli di, indovinate, Persona 5. L’alternanza di mosse nostre e degli avversari sfrutta “cristalli” che rappresentano ciascuno una movenza a disposizone di un personaggio, e che una volta terminati fanno iniziare il turno dei nemici. Le azioni disponibili possono aumentare una volta per ciascun membro solo se colpiamo con un critico casuale, o se indoviniamo la debolezza elementale di chi ci fronteggia e la sfruttiamo. Ci sono gli attacchi combinati con altri membri, e i summenzionati “archetipi” hanno ciascuno il loro set di mosse speciali, diverso a seconda della classe che rivestono. Il mago ha saette, ghiaccioli e fiamme, il cavaliere colpi di spada, e via così.

Sempre seguendo la tradizione, gli archetipi si equipaggiano uno per volta a un protagonista, ne influenzano alcune statistiche e possono essere livellati per sbloccare nuovi attacchi o abilità passive. Inoltre, hanno anche alcuni slot su cui potremo man mano aggiungere mosse prese dal set di altri archetipi che abbiamo sbloccato con il medesimo personaggio. Spiegare tutto per filo e per segno, ad ogni modo, riteniamo sia superfluo. Quel che ci preme sappiate, è che sbloccare gli archetipi scegliendo con cura quali relazioni approfondire con gli NPC è intrattenente, e che una volta a nostra disposizione è stimolante decidere quali archetipi assegnare di volta in volta, a seconda della missione da affrontare.

Anche se giocate a difficoltà normale, infatti, la sfida è abbastanza interessante e non vi consigliamo di tirar dritto sempre con la stessa configurazione, per inerzia. A maggior ragione se giocherete a “difficile”, la nostra modalità preferita e quella, secondo noi, più bilanciata. Ad ogni modo, ripetere sempre la stessa strategia a prescindere dagli avversari, oltre a essere un approccio meno divertente, alla lunga diventa anche meno efficace, dato che certi nemici diventano praticamente indistruttibili se non abbiamo le giuste misure per demolire le loro debolezze. A proposito, preparatevi a lavorare di fantasia per scoprire dove colpire, e con quale strumento o magia: tutti i design degli avversari, ma in particolar modo quelli dei giganteschi e grotteschi umani sono deliranti (in senso buono) e nascondono parecchie sorprese e segreti. Addirittura, ci azzardato a dire che sono tra i più riusciti della produzione Atlus in generale.

Infine, anche se avendolo messo come titolo del paragrafo forse vi aspettavate sarebbe stato un argomento più importante, bisogna citare e spiegare le “lotte in tempo reale”. Che alla fine sono un espediente intelligente per livellare più in fretta, superare il concetto di “lotte casuali” e offrire un pizzico, ma solo un pizzico, di pepe in più nelle aree esplorabili. Nelle quali è di sicuro più interessante procedere schivando colpi, restituendo mazzate e abbattendo senza entrare nelle lotte a turni gli avversari meno forti di noi. Non abbiate timore, quindi: non sostituiscono in nessun modo le battaglie tradizionali.

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Simbolico, approfondito, commovente… in un minuscolo spazio vitale

“Un ultimo monito giunge infine”, sulla conclusione di questa recensione di Metaphor ReFantazio. Che, come avrete compreso, è un’esperienza imperdibile sotto ogni punto di vista: artistico, narrativo. E ovviamente ludico, a patto che il genere RPG tradizionale giapponese, con tutto il sup contorno di grinding, incontri da affrontare con nemici minori per superare agevolmente le Boss fight, non vi annoi. Un monito che data la dimensione e la qualità di questa epopea Fantasy può sembrare superfluo per la maggior parte di voi. E forse lo è: superfluo, non necessario per godere di un’esperienza che, lo abbiamo già detto, resta dentro come poche altre. Un monito alla natura tecnica arretrata del motore grafico, lo stesso di Persona 5 Royal.

Non possiamo fare a meno di notare che proprio a fronte degli sforzi artistici INCREDIBILI del team, Metaphor non è tecnicamente all’altezza… di se stesso. Soprattutto quando si esplorano i dungeon e dobbiamo scontrarsi in te lo reale con qualche nemico, ma a volte anche osservando con attenzione le animazioni nei combattimenti a turni, o accorgendosi Di come il sistema di illuminazione e i particellari sia a dir poco primitivi.

A rimetterci, lo ripetiamo, sono proprio gli sforzi creativi di chi ha curato il level design delle aree con tanta attenzione, disegnando labirintici dungeon e caratterizzandoli ciascuno in modo unico e variegato. Di chi ha studiato de Chirico e in generale lo scenario futurista (per non addentrarsi nel reame dell’arte moderna…) per scolpire i modelli degli Umani e degli altri mob ostili. Insomma, spero sia chiaro L’intento di questo breve paragrafo, che non intende in alcun modo svilire l’opera nel suo complesso, o rappresentare un ostacolo alla godibilità. Bensì, è qui perchè proprio quando un’opera si avvicina alla perfezione, che ahimè si diventa più puntigliosi.

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METAPHOR REFANTAZIO RECENSIONE: ATLUS IN STATO GRAZIA

Metaphor ReFantazio rappresenta un punto di svolta importante per Atlus, che entra a gamba tesa nel mondo dei Fantasy, tutti: politico, tecnologico, classico, giapponese e altro ancora. Lo fa con l’Immaginario e lo stile di Persona 5 Royale, con le sue interfacce utente visionarie, con le sue trovate geniali e con il sistema dei “giorni”. Peccato per il motore grafico arretrato, che avrebbe giovato di una svecchiata sostanziosa. Insomma, stiamo comunque parlando di un videogioco eccezionale, che i fan dei GDR, Atlus e non, devono per forza includere nelle proprie collezioni.

VOTO: 9.5

Lorenzo Mango

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