Cultura

#Metrolibri: Sette brevi lezioni di fisica

Per gli eterni sognatori.Per gli eterni illusi.Per chi alza gli occhi al cielo e lo scruta in cerca di risposte. Risposte che a volte arrivano, altre volte no. Ma magari abbiamo solo posto la domanda sbagliata.Per chi di fisica non ne ha mai capito un granché e vorrebbe provare a sondare il “terreno” infinito dello spazio.Sette brevi lezioni di fisica, scritto dal fisico teorico Carlo Rovelli, e pubblicato da Adelphi nel 2014,riassunte in un breve libriccino dalla lettura scorrevole e piacevole.

(photoedit:web)

Sette brevi capitoli ognuno dei quali è dedicato a un pilastro della fisica: dalla ponderosa teoria della relatività, ai buchi neri, ai quanti,che a quanto pare rimbalzano nello spazio come farebbe la pallina del gioco per Iphone“bounce”(non a caso il termine inglese bounce significa proprio rimbalzare,  utilizzato da chi ne sa più di me per identificare proprio questi “quanti” che dire quanti sono non si può).

immagine tratta dal libro. “universo sbalzante”
(photoedit:web)

Ho sempre adorato l’astronomia, sarebbe stata un’alternativa alla laurea in lettere se non fossi sempre stata una capra in fisica, che a quanto pare è una delle prerogative per studiarla e laurearsi.

lo scrittore, Carlo Rovelli
(photoedit:web)

Sapete i cassetti, quelli in cui ci si mette i sogni e da cui speri un giorno vengano fuori per realizzarsi. Uno di quei cassetti contiene il cielo, lo spazio, l’universo, e la sua scoperta. Ma quello, a differenza dell’altro cassetto in cui c’è il sogno di vivere di libri, letteralmente ed economicamente, è ben chiuso a chiave e la chiave è stata buttata dal mio DNA, nemico dei numeri e delle equazioni e dei problemi matematici, chissà dove.

 C’est la vie.

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Posso continuare ad alimentare la mia passione con documentari, flip mentali alle due di notte ponendo le domande sbagliate di cui dicevo prima, e infine libri come questo.

Sapevate che la teoria della relatività spiega come il tempo non passi eguale per tutti?Lo scrittore fa l’esempio di due gemelli: uno va a vivere in montagna, l’altro rimane in pianura, all’altezza del mare. Quando si rincontrano, uno è più vecchio dell’altro.

Albert Einstein e la Teoria della Relatività Ristretta.
(photoedit:studiarapido.it)

 Secondo Albert Einstein il tempo passa più veloce in alto e più lento in basso, vicino la Terra. Magia? Stregoneria? No, è scienza. Scrivendo quest’ultima frase mi viene in mente la memorabile scena del film 300 in cui un altrettanto memorabile Gerard Butler all’affermazione “questa è follia” risponde con un “questa è Sparta!”, accompagnato da un viaggio in quella che sembra la porta per l’Inferno.

(photoedit:pinterest)

Tutto questo non è follia. Può sembrare assurdo, alle volte incomprensibile per chi non mangia pane e protoni a colazione.  Ma è così.

Non spiegherò qui la teoria della relatività, né qui né altrove, ma posso affermare di averci capito qualcosa.

Sapevo che i buchi neri possono nascere in seguito alla morte di una stella: l’energia sprigionata è talmente elevata da far comprimere il corpo celeste su sé stesso fino ad implodere e creare quello che tutto risucchia e nulla butta fuori. Ma sapevate che il tempo sul bordo di un buco nero fluisce in modo diverso dal tempo all’esterno di esso? Non che questo abbia cambiato la mia vita ma, informazioni come queste ti fanno riflettere. Su cosa? Beh su tutto. Su cosa sia il tempo, sull’origine dell’Universo, su cosa siamo noi.

probabile aspetto di un buco nero
(photoedit:corriere.it)

Il genere di domande che ti poni dopo una serata fuori e con il tasso alcolico un tantino sopra la media consentita per la guida (tranquilli, prendo la metro).

prima fotografia di un buco nero, risalente al 1979
(photoedit:mangaforever.net)

Argomenti come questi li ho ritrovati in un articolo apparso sul numero di domenica di La Lettura, l’inserto culturale del Corriere della Sera. L’argomento: la guerra del futuro.

Nel paese considerato il “più felice del mondo”, la Danimarca, alcuni tra i più grandi pensatori nel campo delle scienze sociali si sono riuniti, insieme all’Università della Danimarca del Sud, per discutere sul“Futuro delle guerre”,di quanto le innovazioni in campo tecnologico influiranno e cambieranno il “modo di fare la guerra”.

numero 356 di La lettura
(photoedit:corriere.it)

La chiamano Quantum war, con riferimento alla teoria dei quanti formulata da Max Plank ma che deve il suo sviluppo ad Albert Einstein, che gli è valso un Nobel.

Ammetto la mia ignoranza nel dire che non avevo idea del fatto che questa teoria fosse alla base delle funzioni del notebook su cui sto scrivendo; ed è proprio di questo che tratta l’articolo: “l’applicazione alla guerra delle immense capacità di calcolo dei computer quantistici, che porteranno l’uso dei droni senza pilota a straordinari livelli di efficacia, automazione e intelligenza(artificiale), al servizio di attacchi sempre più preventivi”.

il primo computer quantistico
(photoedit:repubblica.it)

I computer quantistici, a differenza dei classici computer, non funzionano sui bit basati sull’alternativa on\off, ma sul qubit dove on e off possono coesistere nello stesso istante. Ciò significa molta più informazione in un singolo bit. 

Scoperte senza precedenti che però rischiano di diventare armi a doppio taglio. Ogni innovazione, dipendentemente dall’uso che ne si fa, può rivelarsi dannosa.

Nella guerra futura– dice James Der Derian, direttore dell’Università di Sidney – “saranno probabilmente le macchine ad avere la sovranità, la facoltà di decidere della morte dei bersagli”.

James der Derian
(photoedit:web)

Questi nuovi computer, a quanto pare, potranno aiutare a svolgere in modo efficace e spietato il compito di identificare gli obiettivi, sulla base di algoritmi simili a quelli usati per studiare i comportamenti dei consumatori.

 E vi chiedete perché, durante una semplice navigazione in internet, vi compaiono inserti pubblicitari di Amazon i quali vi “consigliano” quello o quell’altro prodotto sulla base delle vostre preferenze.

Conoscono i nostri gusti, sanno chi siamo, riceviamo email di auguri per il nostro compleanno uniti ad uno sconto del 15% sul prossimo acquisto, la privacy è diventata un lusso, ed esprimere la nostra opinione su tutto e tutti una prerogativa.

Fu proprio Albert Einstein a dire una volta: un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi, ma mai nessuna di esse potrà porne uno”.

immagine satellitare
(photoedit:web)

Nessuna macchina, alzando lo sguardo, potrà rimanere esterrefatta dall’immensa bellezza di un cielo stellato.Nessuna macchina, dinanzi ad un tramonto, potrà scegliere di non fotografarlo per paura di perderlo.  Nessuna macchina, dinanzi ad un obiettivo da abbattere, potrà valutare i pro e contro scaturiti dalla coscienza.

Possono contare i nostri battiti cardiaci, ma non analizzare le motivazioni dietro alle quali il nostro cuore alle volte batte.

Per ritornare al libro che –  per chi non ha dedotto granché da queste righe consiglio di leggere- il cielo sa tutto di noi ma noi non sappiamo nulla, o quasi, di lui.

Possiamo continuare a porgli domande, nella speranza che prima o poi una risposta arrivi.

Che sia anche la nostra conoscenza in continua espansione. 

(photoedit:pinterest)

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