Mia Martini, pseudonimo di Domenica Rita Adriana Bertè, per tutti Mimì è nata a Bagnara Calabra il 20 settembre del 1947 e ci ha lasciato, troppo presto, il 12 Maggio del 1995. La sua voce è trasversale, con un’ampia estensione ed una facilità disarmante nel passare tra un registro canoro ed un altro; ha una vocalità che riesce ad unire le note passionali e quelle più dolorose in modo molto armonico, il tutto condito con una dote interpretativa fuori dal comune.

Gli esordi, Mimì Bertè

Fin da piccola “Mimì” mostra subito una certa passione per la musica e passa molto tempo ad ascoltare la radio. Inizia a cantare alle feste, nelle balere e partecipa ad alcuni concorsi dedicati alle nuove voci. La svolta si ha nel 1962 quando la madre la porta fino a Milano per un’audizione. Come spesso accade, la fortuna aiuta gli audaci e il discografico Carlo Alberto Rossi, decide di lanciarla nel mercato musicale. Nel 1963, la giovanissima Mimì Bertè incide i suoi primi 45 giri su etichetta CAR Juke Box.

La sua voce e la sua capacità interpretativa sono doti innate che la portano a vincere, l’anno successivo, il Festival di Bellaria e con la canzone “Il magone” ottiene la notorietà.

Inizia a registrare numerosi brani in attesa della pubblicazione del suo primo album. Purtroppo Rossi non la ritiene pronta e la spinge a firmare per la Durium. Nel 1966 pubblica un altro singolo “Non sarà tardi / Quattro settimane”, un flop.

Delusa dall’insuccesso ottenuto, Mimì si trasferisce a Roma e forma un trio con la sorella Loredana e il suo amico Renato Zero.

Il successo, Mia Martini

A Roma, alla fine degli anni 60 Mimì incontra l’avvocato Alberigo Crocetta, produttore discografico e fondatore del Piper. Crocetta decide infatti di lanciarla subito sul mercato internazionale: nacque così Mia Martini.

Da quel momento in poi, la sua carriera sarà costellata di successi importanti. Il suo primo LP, “OItre la collina”, considerato tra i migliori lavori mai realizzati da una donna, nonché uno dei migliori della discografia d’autore.

Incide “Piccolo uomo” ed il brano viene presentato al Festival Pop, Beat, Western Express di Londra il 26 maggio del 1972 e passa numerose volte in radio. Verrà poi presentata al Cantagiro e al Festivalbar, dove la Martini ottiene la vittoria. Il successo è immediato e vale a Mia Martini il suo primo Disco d’oro per le vendite.

Incide Minuetto, composto da Dario Baldan Bembo, con testo di Franco Califano, che si ispira alle ultime vicende sentimentali della stessa Mia. Questo pezzo le vale un nuovo disco d’oro e un disco di platino e la vittoria al Festivalbar.

Nel 1974 riceve il Disco d’oro per il suo primo milione di dischi venduti ed il Premio della Critica Europea a Palma di Maiorca per la canzone “Nevicate”. L’anno successivo viene inoltre proclamata miglior cantante donna dell’anno tramite “Vota la voce“.

L’LP “Un altro giorno con me”, l’ultimo pubblicato per la Ricordi, è uno dei più venduti dell’intera carriera della cantante.

Nel 1977 rappresenta l’Italia all’Eurovision Song Contest con la canzone “Libera”, classificandosi solo al 13° posto. Il brano sarà inciso in varie lingue e pubblicato in Spagna, Inghilterra, Canada, Giappone, giusto per citarne alcuni, riscuotendo un ottimo successo. Nel 1978, la sua collaborazione con Ivano Fossati, porterà alla pubblicazione dell’album “Danza”, un lavoro di grande spessore considerato tra i suoi migliori in assoluto.

Quando le malelingue possono rovinare una vita

Ad inizio anni 80 Mia Martini si opera alle corde vocali. Questa operazione ne modifica il suono in favore di una timbrica più roca e meno estesa. Decide di ripresentarsi al pubblico non solo come cantante ma anche come autrice e nel 1981 uscirà il suo primo album con tutti i brani da lei scritti: “Mimì”.

Il ritorno sulle scene musicali la porta alla prima partecipazione al Festival di Sanremo del 1982, dove vincerà il Premio della Critica, istituito proprio per lei. Dopo la sua morte, il Premio della Critica verrà intitolato in suo onore “Premio Mia Martini“.

Sembra che stia riprendendo il discorso interrotto negli anni 70, ma alcune voci del passato diventano sempre più insistenti: nel 1983 decide di ritirarsi in quanto tutti nel settore dicono che porta sfortuna. Emarginata dal mondo dello spettacolo e provata anche dalla fine dell’amore con Fossati, Mia Martini si ritira nella campagna umbra esibendosi in piccoli locali di provincia per potersi mantenere.

L’araba fenice Mia Martini

Proprio come il leggendario animale che risorge dalle proprie ceneri, anche Mia Martini nel 1989 torna nel mondo dello spettacolo grazie a Gianni Sanjust. Il discografico la mette sotto contratto con la Fonit Cetra e recupera un vecchio brano scritto per lei da Lauzi e Fabrizio nel 1972, un pezzo rimasto inedito: “Almeno tu nell’universo”. Il brano viene ammesso alla 39° edizione del Festival di Sanremo. Mia vince il Premio della Critica: un assoluto trionfo che pone fine al suo periodo buio.

Finalmente Mia Martini è pronta a ripartire: tour, singoli, album. La macchina del music business si è rimessa in moto e le maldicenze sembrano essere acqua passata.

L’apice arriva nel 1992, quando con il brano “Gli Uomini Non Cambiano” partecipa nuovamente al Festival di Sanremo. Data per favorita dalla stampa e dagli addetti ai lavori, arriverà seconda. Questo piazzamento le consente nuovamente di rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest.

Nel 1994 pubblica l’ultimo disco della sua vita, “La musica che mi gira intorno”, in cui reinterpreta le canzoni dei suoi autori preferiti scritte in un momento di grande fragilità emotiva.

L’improvvisa e solitaria scomparsa

Ad inizio del 1995 Mia Martini annunciò le date di un imminente tour. Purtroppo non stava molto bene, soffriva di un fibroma all’utero per il quale non intendeva operarsi. Aveva paura che il timbro vocale ne risentisse. Assumeva quindi massicce dosi di antidolorifico.

Il 14 maggio, a seguito di alcuni giorni di irreperibilità, il suo manager chiamò le forze dell’ordine. I vigili del fuoco irruppero nell’appartamento di via Liguria 2 a Cardano al Campo e trovarono Mia Martini senza vita, riversa sul letto, in pigiama, con le cuffie del mangianastri portatile nelle orecchie e con il braccio proteso verso un vicino apparecchio telefonico.

Molte illazioni e congetture sono state fatte su questa morte. Qualcuno dice suicidio, qualcuno omicidio… A me non importa saperlo, non mi interessa, perché qualunque sia la verità, abbiamo perso prematuramente una delle più grandi voci che la musica italiana abbia mai avuto.

Alessandro Carugini