Prima di essere un gioco (protagonista di questa recensione) godibile, simpatico e autoironico, Miitopia su Nintendo Switch è l’ennesima dimostrazione del fatto che i Mii sono l’ossessione non troppo celata di Nintendo. Rendendoli protagonisti di Miitopia su 3DS, e ora su Switch, Nintendo sta continuando ad alimentare la loro fiamma attraverso le generazioni, contro ogni logica e, apparentemente, senza che nessuno lo abbia effettivamente richiesto. Eppure, eccoli là, conditi con gli stessi ingredienti di base, la loro personalizzazione affidata alla fantasia e alle capacità dei giocatori di sfruttarli e combinarli tra loro. Ora, di nuovo parte di un’avventura parodia dei classici GDR alla giapponese, frizzanti come mai prima d’ora, pur non essendo mai cambiati. Come i coccodrilli, immutati dalla preistoria, ma con meno denti.

Miitopia Recensione Nintendo Switch, Mii piacciono?

Dai tempi della Wii gli omini stilizzati della big N ci sono stati proposti in tutte le salse; non solo, non più, come avatar che rappresentavano il giocatore. Ma come simbolo della caparbietà e della capacità di Nintendo di trasformare qualunque cosa tocchi in oro. Persino i Mii. Così, dalla Wii e i suoi menù, i Mii hanno compiuto diversi balzi generazionali, attraverso 3DS e il suo StreetPass, Wii U e la sua ampia Plaza. E, infine, sono stati elevati al massimo grado possibile, come mascotte ufficiali NON SOLO di Nintendo. Ma, grazie a Smash Bros, di molteplici case produttrici e franchise videoludici (grazie ai costumi a tema del picchiaduro). Pura magia del sol Levante, lasciatemelo dire.

Non si può proprio dire, infatti, che i Mii abbiano da subito riscosso la simpatia dei fan Nintendo. Ma diversamente dagli avatar Xbox, i Mii avevano dalla loro la fede incrollabile di Nintendo. Che non lascia indietro NESSUN franchise. E, alla fine, praticamente tutti, volenti o nolenti, hanno dovuto ammettere che i Mii non sono poi così brutti come possono sembrare di primo acchitto.

Personalizzazione migliorata

Come ho già anticipato, quanto a possibilità di personalizzazione i Mii non hanno da rendere conto a nessuno. Gli elementi modificabili occhi, naso, bocca e via dicendo sono sufficienti per ricreare persino volti VIP quali la maschera di Iron Man, il casco di Darth Vader, o il faccione arancione di Donald Trump (per citare alcuni dei più iconici che mi è capitato di vedere). Tutto, costruito sfruttando illusioni ottiche e sovrapposizioni tra elementi di base elementari. In Miitopia, però, la personalizzazione dei Mii compie un ulteriore passo in avanti; perdendo parte della stilizzazione e iconicità dei Mii, va detto, ma guadagnandoci in termini di “giddierrosità” (passatemi il termine). 

Le personalizzazioni aggiunte nell’editor interno a Miitopia includono, infatti, riflessi per gli occhi, cicatrici, stampe, sopracciglia e ciglia più varie e folte; e anche parrucche degne dei migliori anime shonen, con punte “sayan” il cui colore è determinato da una combinazione di due colori: uno per il corpo dei capelli, e uno per le punte. Indossare una “parrucca”, come viene chiamata in game, invalida però l’apparenza estetica delle armature, obbligandoci a rimuovere l’elmo.

Elmo o non elmo, le statistiche del Mii, però, non variano; così come non cambiano se decidiamo di indossare un’armatura specifica, senza però mostrarne l’estetica. Insomma, possiamo indossare un’armatura per la sua apparenza, e al contempo continuare a migliorare le stat dei nostri Mii. Infatti, la parola d’ordine di Miitopia è personalizzazione. Il che non stupisce, dato che il gioco è sì un GDR, ma costruito sul meraviglioso impianto parodistico-simulativo di Tomodachi Life per 3DS.

Miitopia Recensione Nintendo Switch, Tomodachi Life incontra la Piazza Mii StreetPass

Tomodachi life è un gioco per Nintendo 3DS in cui i nostri Mii potevano interagire ricreando una sorta di soap opera improbabile e parodistica. Le azioni compiute da ogni Mii inserito nel folle calderone di Tomodachi Life non erano controllabili se non collateralmente. Spingendo alcuni personaggi a incontrarsi con altri, e guidando alla lontana le loro risposte a determinate domande e proposte. Proprio grazie a Tomodachi Life i Mii sono usciti per la prima volta dal guscio del “giochino” diventando parte di un universo nel quale Nintendo ci fece capire che “i Mii possono essere qualunque cosa vogliate”. 

Non era, a dire il vero, la primissima esposizione ludica in cui i mii brillavano di luce propria. Già nei minigiochi della Streetplaza su Nintendo 3DS i nostri mii viaggiavano di console in console, per combattere in una sorta di GDR “su binari”. Memorabile, semplice ma efficacissimo. Fu proprio in seguito al successo mai veramente esposto mediaticamente della Streetplaza che Nintendo decise di espandere l’universo GDR dei Mii con la prima apparizione di Miitopia su 3DS. 

Memori delle possibilità comiche e parodistiche dimostrate in Tomodachi Life, infatti, Miitopia ci consente di far interagire i Mii legandoli tra loro con una statistica apposita: la complicità. Più due mii si vogliono bene, riposando nella stessa stanza nelle locande o combattendo fianco a fianco, più frequentemente interagiranno facendosi regali, e recitando in scenette comiche assurde e improbabili. Ludicamente parlando, poi, le loro mosse si faranno potenti in battaglia, se il loro legame è forte. Un altro grande pregio di Miitopia, infatti, è la fusione senza soluzione di continuità tra narrazione, parodia, gameplay e statistiche. Senza che nessuna prevalga sull’altra, in un equilibrio praticamente perfetto e sempre comprensibile.

Miitopia Recensione Nintendo Switch

Accessibilità sopra a tutto 

Lungi dal possedere velleità da JRPG, Miitopia si caratterizza per l’estrema accessibilità del comparto ludico. Ogni azione del nostro PG nelle battaglie a turni è perfettamente leggibile e facile da eseguire, anche per i neofiti del gioco di ruolo. E quelle dei tre compagni che ci affiancano nella lotta al terribile nemico, un essere oscuro che ha rubato i volti degli abitanti del mondo per tramutarli in mostri, sono automatiche. Infine, l’esplorazione dei livelli e delle aree di gioco scorre autonomamente, intervallando lotte casuali con intermezzi divertenti, ritrovamenti di oggetti o forzieri. Non fraintendete però: l’accessibilità non si traduce automaticamente in semplicismo. Miitopia, infatti, offre numerosi spunti strategici che consentono a chiunque, anche ai più smaliziati amanti del Jrpg, di divertirsi giostrandosi tra i menù. 

Non vedrete la schermata di game over molto facilmente, va detto. Però alcuni scontri potrebbero darvi un po’ di filo da torcere, se vi farete ingannare dall’apparente giocattolosità dei Mii e dei loro avversari. Di sicuro, la chiave di lettura di Miitopia non va ricercata nella complessità ludica. Ma chi vorrà, saprà trovarne, ottimizzando i caratteri dei mii e gli effetti in battaglia che ne derivano; e, ancora, le combinazioni tra classi, personalità, equipaggiamento e legami affettivi tra i personaggi. 

Ma come ti vesti? MA COSA MANGI??

Per farvi comprendere, però, quanto poco sul serio si prenda, e vi spinga a prendervi, Miitopia, cito il sistema di selezione dell’equipaggiamento. Con il denaro ottenuto in battaglia, potrete effettuare delle donazioni ai vostri Mii. I quali, autonomamente, sceglieranno cosa acquistare  per potenziarsi di volta in volta. O magari, si faranno distrarre da un altro articolo: un alimento, una caramella MP, una banana PS. 

Scordatevi infatti pozioni, etere e code di fenice. In Miitopia abbiamo saliere e pepiere, banane, caramelle e “fette di goblin” fresche. Chiaramente, in stile Tomodachi Life, non tutti gli alimenti saranno graditi a tutti i mii. E l’efficacia dei cibi sarà dunque commisurata a quanto i personaggi apprezzano il sapore dell’item. 

Miitopia Recensione Nintendo Switch

Miitopia Recensione Nintendo Switch, In conclusione: Mii piacciono!

Ormai lo avrete capito: Miitopia è un gioco pazzo da legare. L’evoluzione dei Mii si è dunque perfezionata: da semplici alter ego virtuali a improbabili abitanti di un universo alternativo dove tutto è possibile. Gerry Scotti potrebbe essere il sindaco di un villaggio montano? Perchè no. E magari Harry Potter è il vostro migliore amico, inseparabile combattente armato di… bacchetta? Macchè, padella. Troppo facile scegliere per lui la classe MAGO, molto meglio trasformarlo in un cuoco che in battaglia cucina manicaretti che potenziano gli alleati, no? 

Se qualcuno mi avesse detto, quando vidi per la proma volta i Mii nella home di Wii, che un giorno sarebbero diventati tra le più note e amate mascotte Nintendo, sarei esploso in una fragorosa risata. Oggi, invece, rido comunque, e parecchio. Ma lo faccio perché dopo una sequenza di battaglie mi sono rifugiato, come di consueto in una locanda. Dovete sapere che il pg sacerdote (healer) del mio gruppo in game, Fabrizio, è modellato sulle fattezze di un mio caro amico, che è davvero un sacerdote. E mi ha appena regalato delle rose, per far amicizia con il mio personaggio in Miitopia. Il tutto, mentre la mia compagna nella vita (vera), un cavaliere senza macchia, guardava la scena dalla finestra; gelosa di quel che accadeva nella locanda fra me e Fabrizio. Non aggiungo altro. 

MIITOPIA RECENSIONE | TESTATO SU NINTENDO SWITCH

+ Accessibile ad ogni utenza: RPG entry level!
+ La simpatia delle situazioni proposte è sempre varia e imprevedibile
+ I nuovi tool di personalizzazione dei Mii sono scalabili, vari e perfetti…

– …ma non numerosissimi in senso assoluto
– Alcune limitazioni al gameplay sono incomprensibili

VOTO: 7.5