Scompare oggi uno dei pilastri della letteratura contemporanea. Milan Kundera era uno scrittore dalla penna impegnata, che riusciva ad analizzare la vita tra le righe. Ed è proprio la vita quotidiana che gli ha permesso di darci uno dei romanzi più famosi, “L’insostenibile leggerezza dell’essere“.

La vita di Milan Kundera

Credits Edizioni Tlon

Nato il 1 aprile 1929, lo scrittore era figlio d’arte. Suo padre infatti era direttore di Accademia e pianista; questo lo porta ad approcciarsi alla musica sin da piccolo. Ed è da piccolo, già da adolescente, che inizia a pubblicare le prime poesie. Infatti, pubblica proprio grazie al cugino Ludvík, più grande di lui. Si tratta di un poeta degli anni della Seconda guerra mondiale, esponente “surrealista” del gruppo RA. Prosatore, pittore, traduttore dal tedesco e studioso del Dadaismo, nonché collaboratore di diverse riviste letterarie. Così un giovane Milan inizia a farsi spazio nella letteratura, soprattutto dopo la laurea in cinema a Praga.

Nel 1975 vola in Francia e si trasferisce a Parigi, dove è rimasto fino alla sua morte. La sua produzione letteraria, soprattutto di romanzi, comincia già alla fine degli anni ’60. Ed è a causa proprio di una sua pubblicazione, “Il libro del riso e dell’oblio”, che gli viene revocata la cittadinanza (all’epoca) cecoslovacca, nel 1979. Circa due anni dopo, grazie all’intervento dell’ex presidente francese François Mitterrand, ottiene quella francese. La sua carriera, oltre alla sua vita personale, è sempre stata segnata dalle vicende politiche del suo paese: per tanti anni le sue opere non hanno potuto essere pubblicate nel suo paese d’origine, in particolare dopo la Primavera di Praga.

L’insostenibile leggerezza dell’essere

Ed è proprio per una delle sue opere più famose, se non la più famosa, che viene praticamente censurato in quella che oggi è la Repubblica Ceca. Si dovrà attendere ben 17 anni prima che lo scrittore finalmente possa vedere pubblicate le sue opere. Infatti, dopo la rivoluzione di velluto e la conseguente caduta dello stato comunista cecoslovacco, finalmente cadono alcune restrizioni sulla sua produzione letteraria. Ma lui, profondamente segnato dalle vicende politiche (era stato espulso dal Partito Comunista proprio a causa di una sua poesia), attenderà solo il 2006 per cedere i diritti del libro alla Repubblica Ceca.

L’influenza del teatro, della sua passione per la poesia e per l’arte in generale gli hanno permesso di scrivere romanzi che sono anche frutto di una sperimentazione. Il suo fortunato romanzo è stato di grande successo; tanto che nel 1988 ne è nato un adattamento cinematografico a cura dello statunitense Philip Kaufman. Questo adattamento cinematografico ha vinto ben due premi Oscar e due Bafta. Il film racconta le vicende di quattro protagonisti che si svolgono nel 1968 in piena Primavera Cecoslovacca. L’amore e la pesantezza della vita quotidiana si mescolano per poter evidenziare la pesantezza delle azioni che ogni giorno diamo per scontate, ma che lentamente ci consumano.

Tutte le sue opere

Milan Kundera ha scritto non solo romanzi, ma anche saggi e testi teatrali. Tutta la sua produzione è stata raccolta nel 2011 in due volumi, e pubblicata nella collana Gallimard della Bibliothèque della Pléiade, nella quale solo raramente entrano scrittori viventi.

  • Lo scherzo (Žert, 1967) 
  • Il valzer degli addii (Valčík na rozloučenou, 1972) 
  • La vita è altrove (Život je jinde, 1973) 
  • Il libro del riso e dell’oblio (Kniha smíchu a zapomnění, 1978) 
  • L’insostenibile leggerezza dell’essere (Nesnesitelná lehkost bytí, 1984)
  • L’immortalità (Nesmrtelnost, 1990) 
  • La lentezza (La Lenteur, 1995)  
  • L’identità (L’Identité, 1997) 
  • L’ignoranza (L’Ignorance, 2001)
  • La festa dell’insignificanza (La fête de l’insignifiance, 2013) 
  • Amori ridicoli (Směšné lásky, 1968) (Umění románu: Cesta Vladislava Vančury za velkou epikou, 1960
  • L’arte del romanzo. Saggio (L’Art du roman), 1986

Lo ricordiamo con una citazione dal suo libro più famoso, “L’insostenibile leggerezza dell’essere“.

La pesantezza, la necessità e il valore sono tre concetti intimamente legati tra loro: solo ciò che è necessario è pesante, solo ciò che pesa ha valore.

Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere

Marianna Soru

Seguici su Google News