A Milano un centro sociale ha chiamato la Polizia dopo l’attacco di un gruppo di migranti armato di coltelli. Si tratta del Macao che si trova in un luogo già occupato abusivamente e che i migranti hanno cercato di occupare. Duro attacco della destra che parla di situazione paradossale e cortocircuito della sinistra e della politica dell’accoglienza a tutti i costi.

Il centro sociale Macao e l’attacco dei migranti

A sinistra si parla sempre di politica dell’accoglienza eppure è successo qualcosa di incredibile. A Milano è stata chiamata la polizia per fermare un gruppo di migranti armati di coltello che cercavano di occupare un centro sociale. Si tratta del centro sociale Macao che sorge nell ex macello di viale Molise già occupato abusivamente. Qui, durante una mostra contro il razzismo, alcuni migranti armati, provenienti probabilmente da altre palazzine occupate nelle vicinanze, hanno fatto irruzione occupando la struttura e rendendo necessario l’arrivo della Polizia con la situazione ormai fuori controllo. All’arrivo delle forze dell’ordine gli invasori si erano già dati alla fuga.

Le accuse del centro destra

La destra milanese commentando l’episodio del Macao ha parlato di cortocircuito della sinistra. “Siamo al cortocircuito più paradossale per la sinistra radicale: un centro sociale che chiama la polizia per farsi difendere, all’interno di uno spazio occupato abusivamente, da un groppo di clandestini altrettanto abusivi in una palazzina a fianco”, scrive infatti in una nota la consigliera comunale della lega Silvia Sardone. “Fa sorridere che il centro sociale denunci la violenza degli extracomunitari che loro stessi vogliono accogliere a tutti i costi”, ha poi affermato la Sardone parlando di alcuni sopralluoghi da lei effettuati nelle palazzine adiacente al Macao dove avrebbe riscontrato situazioni disumane.

Stefano Delle Cave