Nello spazio di LetteralMente Donna di oggi, una donna eccezionale che non ha mai ricevuto il giusto premio per l’enorme contributo dato alla fisica moderna insieme al marito Albert Einstein. Il suo nome è Mileva Marić e questa è la sua storia
Mileva Marić, l’infanzia e le difficoltà di essere donna
“Una ragazzina zoppa con grandi occhi neri che si distingueva tra tutti i coetanei per la sua vivace immaginazione, la sua sete di conoscenza e la sua capacità di osservazione”, queste sono le parole utilizzate da Desanka Trbuhovic-Gjuric nella sua biografia, come riportato da Storica, per descrivere la piccola Mileva Marić che si distinse negli studi sin da piccola. Le difficoltà però arrivarono quando la grande scienziata intraprese gli studi universitari poiché donna. Infatti a causa delle discriminazioni di genere dovette lasciare la sua Serbia ed iscriversi al Politecnico di Zurigo dove le donne potevano studiare. Una parte degli studi la svolse anche in Germania dove però essendo donna, non poté sostenere alcun esame e ed avere nessun tipo di diploma, ma solo assistere alle lezioni.
Fu al Politecnico di Zurigo che la Maric incontrò il futuro premio Nobel per la fisica Albert Einstein affascinato da una donna che, come riporta nella sua biografia la Trbuhovic-Gjuric, “quando doveva parlare in classe, lo faceva con sincerità e fermezza, e con la sicurezza che derivava dall’essere profondamente convinta di ciò che diceva”. Tra di loro nacque un forte legame amoroso e scientifico da cui nacque la figlia Lieserl, mai conosciuta dal celebre scienziato e di cui non si sa più nulla. La Marić, invece, a causa di quella gravidanza fuori dal matrimonio e dei pregiudizi di una commissione totalmente maschile non poté laurearsi nel 1901. Solo nel 1903 Einstein sposò la Marić dalla quale ebbe altri due figli.
Il 1905 e il caso della teoria della relatività
Il 1905 è stato il cosiddetto anno mirabilis di Albert Einstein grazie alla pubblicazione di quattro articoli che hanno cambiato la storia della fisica di cui uno sull’effetto foto elettrico, uno sul moto brownian, uno sulla relatività speciale ed uno sull’equivalenza tra massa ed energia. Sono gli scritti che dettero ad Einstein fama internazionale e che furono il punto di partenza per la sua teoria della relatività generale e, per quanto riguarda l’effetto fotoelettrico, il motivo del suo premio Nobel per la Fisica. Tutti elementi per anni attribuiti alla sola paternità del grande scienziato tedesco messa poi in discussione alla fine degli anni 80′.
A quei tempi, infatti, dopo il ritrovamento di alcune lettere di Einstein e della moglie Mileva Marić, si iniziò a pensare che in realtà molto del lavoro del famoso scienziato fosse frutto di una collaborazione con lei. Ad esempio, come riporta la biografa Trbuhovic-Gjuric e come si legge in Enciclopedia delle donne, Einstein scrisse alla moglie: “Come sarò felice ed orgoglioso quando avremo terminato con successo il nostro lavoro sul moto relativo! Quando osservo le altre persone, apprezzo sempre di più le tue qualità!”.
Parole simili come “nostro lavoro” contenute anche nelle lettere della Marić e ipotesi appoggiate da diversi studiosi sarebbero confermati da altri indizi. Ad esempio, le difficoltà di Einstein nei calcoli matematici per cui si è sempre fatto affiancare da un esperto e il fatto che negli anni degli articoli lavorasse 8 ore al giorno in un ufficio brevetti. Un tempo troppo lungo per potersi occupare da solo dei suoi importanti scientifici.
L’oblio e la volontà di non comparire
Einstein e la Marić si lasciarono nel 1912 dopo la scoperta della relazione di lui con la cugina di primo grado. 6 anni dopo, viste le condizioni umiliati imposte dallo stesso scienziato per rimanere insieme come la totale mancanza di affetto, divorziarono ufficialmente e la donna mori dimenticata negli anni 40 a seguito di Ictus senza mai ave ricevuto il giusto riconoscimento quello che è stato il suo enorme contributo dato alla scienza.
Secondo gli studiosi che appoggiano la teoria della collaborazione della Marić alle scoperte di Einstein il motivo per cui la donna non firmò gli articoli del 1905 potrebbe essere dovuto anche ad una sua scelta. Quando la Marić ,infatti, costruì in un voltmetro ultrasensibile insieme ad Einstein e Conrad Habicht, decise di non inserire il suo nome sul brevetto perchè affermò, riferendosi al marito, “che senso ha? Siamo entrambi una sola pietra”. Una decisione spiegata con i pregiudizi verso le donne dell’epoca che avrebbero potuto nuocere alla carriera del marito. Poi negli anni 80′ la rivalutazione della Marić e la controversia sulla teoria della relatività ancora oggi non risolta.
Stefano Delle Cave
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