I social network ancora al centro delle polemiche nel grande universo della Formula 1. Dopo l’uscita del campione del mondo Max Verstappen che aveva definito questo mondo di internet come “un ambiente sempre più tossico, non c’è bisogno di aizzare i leoni da tastiera” e la bruttissima campagna contro Nicholas Latifi per i fatti di Abu Dhabi, sono state indirizzate minacce di morte anche a Silvia Bellot che ha prestato servizio nell’ultimo Gran Premio degli Stati Uniti che ha visto la penalizzazione post gara a Fernando Alonso. Registrato nell’ennesimo caso di violenza psicologica, il Presidente della FIA ha preso posizione con una lunga nota.

Nuovo caso in F1: minacce di morte a Silva Bellott, il presidente della FIA dice basta

Mohammed Ben Sulayem (Credit foto – Formula Impossibile)

Recentemente una delle commissarie di gara della FIA, Silvia Bellot, è stata oggetto di minacce di morte – scrive il Presidente della FIA Mohammed Sulayem – è assolutamente deplorevole che una volontaria come Silvia o uno qualsiasi dei nostri commissari e ufficiali di gara, che offrono il loro tempo libero per permetterci di gareggiare, sia oggetto di un tale odio Negli ultimi anni, infatti, anche alcuni membri del personale della FIA sono stati oggetto di molestie e messaggi di odio. È assolutamente inaccettabile che i nostri volontari, funzionari e dipendenti siano sottoposti a questi abusi estremi. Non c’è posto per questo nel nostro sport. Ha un effetto devastante sulla nostra salute mentale e su quella dei nostri cari. Io difenderò sempre il mio staff e i miei volontari. E sia chiaro: senza queste persone non ci sarebbero gare. Dobbiamo chiederci: chi vorrebbe diventare un funzionario di alto livello in questo ambiente? La realtà è ovvia: se si continua così, questo trend distruggerà il nostro sport. In qualità di arbitro e di Presidente vi aspettate ovviamente che le persone non siano d’accordo con le decisioni che prendete. Ma dovreste aspettarvi che tali opinioni e commenti siano rispettosi. Questo è sempre più raro. Solo attraverso un approccio collaborativo riusciremo a combattere con successo questa piaga del nostro sport“.

Continua la nota:

Abbiamo avviato un dialogo con le piattaforme dei social media affinché facciano la loro parte e stiamo iniziando a lavorare con i governi e gli altri organi di governo dello sport per riunirli e prendere impegni forti per un’azione comune. Stiamo commissionando una ricerca attraverso l’Università FIA sull’odio digitale e sui commenti tossici specifici per lo sport. Questo fornirà una piattaforma per la condivisione delle conoscenze, l’educazione e la prevenzione. Abbiamo stretto una partnership con Arwen.ai per utilizzare il loro software di intelligenza artificiale per individuare e sradicare i contenuti abusivi sui nostri canali. Nei prossimi mesi lanceremo una campagna concertata sfruttando la potenza e la portata di tutta la nostra federazione, che conta 244 organizzazioni automobilistiche e sportive in 146 Paesi nei 5 continenti. Questa campagna si baserà sul lavoro di collaborazione svolto dalla FIA e dalla Formula 1 attraverso l’iniziativa Drive It Out. Ne parlerò più diffusamente al Gran Premio di Abu Dhabi alla fine del mese. Nello sport le passioni sono forti, ma le molestie online, gli abusi e i discorsi di odio non devono essere tollerati. Tutti nel nostro sport, dai media ai team, dai piloti ai tifosi, hanno un ruolo da svolgere. Non possiamo ignorare questo problema. Esorto l’intero ecosistema del motorsport a prendere posizione. Dobbiamo denunciarlo. Deve finire“.

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