Il famoso concorso di bellezza italiano non apre le porte a ragazze transgender. La creatrice del contest Patrizia Mirigliani lo dice esplicitamente. Dopo la vittoria come Miss Olanda di Rikkie Kollè, modella olandese trangender, il dibattito si è aperto anche in Italia, ma non ha trovato molti svincoli. “Finché andrà avanti il mio regolamento sarà così. E, per ora, non ritengo di cambiarlo”, ha detto la Mirigliani.
Il no di Patrizia Mirigliani a concorrenti transgender
La Mirigliani ha annunciato, durante un’intervista a Rtl 102.5, di avere respinto la candidatura di due trangender italiane con questa tesi a supporto: “Nel mio regolamento, al momento, non ho ancora aperto alle transgender, perché ritengo che debbano essere nate donne. Quindi, finché andrà avanti il mio regolamento, sarà così. E per ora non ritengo di cambiarlo. Le cose devono andare per gradi, l’Italia è un paese delicato e particolare. Inoltre, al momento, solo due transgender hanno richiesto di partecipare a Miss Italia. Pertanto, il mio regolamento attuale non lo consente. La tradizione di un concorso che esiste da 84 anni ha una sua importanza, ma non ho nulla in contrario riguardo a chi decide di ammettere transgender a concorsi di bellezza, a patto che non sia strumentale”.
Miss Olanda 2023
In principio ci fu Ángela Maria Ponce Camacho andalusa di Siviglia, eletta Miss Spagna nel 2018, prima modella transessuale a vincere il titolo. Poi è toccato, l’8 luglio scorso, a Rikkie Kollé, Miss Olanda 2023, prima transgender nominata reginetta. “Se Miss Olanda ha ritenuto opportuno includerle sono felice per loro, ma spero non fosse l’unica transgender del concorso”, ha aggiunto poi la Mirigliani. “Attraverso il concorso esiste una cultura della bellezza, della moda e dell’identità, e con questa affermazione spero che le polemiche possano trovare una conclusione”, ha sottolineato poi.
Le critiche da parte di Luxuria
Tantissime le critiche riguardanti l’accaduto. Tra questi è intervenuta anche Vladimir Luxuria. “Io sono favorevole alle pari opportunità. Così come credo debbano valere nello sport, altrettanto deve accadere per un concorso di bellezza. Trovo fuori dal tempo che si escluda dalla partecipazione a Miss Italia un transgender che ha ultimato la transizione e pertanto è donna a tutti gli effetti”. “Perché se uno ha compiuto la transizione deve presentare il certificato di nascita? Bisognerebbe semplicemente farle un provino, come accade con tutte le altre concorrenti”. Ci troviamo di fronte a una scelta burocratica della titolare di un torneo di bellezza che non accetta ciò che oggettivamente è un dato di fatto, un cambiamento di sesso accertato.
Giulia Simonetti
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