Terza dose con Moderna: effetti collaterali minori rispetto alle due dosi precedenti e una copertura di 37 volte superiore contro Omicron
Moderna: sintomi post terza dose e copertura da Omicron
La dose di richiamo con Moderna viene effettuata con un dosaggio dimezzato rispetto a quello utilizzato per le due iniezioni del ciclo principale (prima e seconda dose): il via libera dell’Aifa è stato dato lo scorso 28 ottobre con un dosaggio di 50 microgrammi in 0.25 millilitri di soluzione.
Che genere di effetti collaterali bisogna aspettarsi dalla terza dose con Moderna, a prescindere dal vaccino ricevuto in precedenza? Secondo gli esperti i soliti sintomi ma in forma se possibile più blanda. Quindi innalzamento della temperatura corporea, un po’ di spossatezza con conseguenti dolori articolari e soprattutto fastidio nel punto dell’inoculazione.
In generale c’è una minore incidenza nella terza dose rispetto alla seconda. Nella peggiore delle ipotesi, insomma, qualche linea di febbre a cui rispondere con del paracetamolo. In qualche raro caso è stato segnalato un ingrossamento linfonodale ascellare, che si risolve in poco tempo (e soprattutto è stato notato di più con Pfizer rispetto a Moderna).
I possibili effetti collaterali si manifestano comunque entro le 48 ore dall’iniezione.
Vaccino Moderna, la terza dose aumenta di 37 volte il livello di anticorpi neutralizzanti contro Omicron
Una dose di richiamo con il vaccino Moderna innalza in notevolmente il livello degli anticorpi in grado di contrastare la variante Omicron. Ad annuncialo è il gruppo statunitense, spiegando che i dati saranno presto condivisi online. Per ora, il risultato che ci fa tirare un primo sospiro di sollievo una dose di 50 microgrammi (la metà di quelle che costituivano il ciclo iniziale, autorizzata da Fda ed Ema) aumenta di 37 volte il titolo anticorpale rispetto alle sole prime due somministrazioni, calcolato a 29 giorni dall’iniezione.
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