Oggi alle ore 21.20 su Rai Uno in prima visione tv andrà in onda “Momenti di trascurabile felicità”. Diretto da Daniele Luchetti, il film del 2019 è libero adattamento cinematografico dei romanzi “Momenti di trascurabile felicità” (2010) e il sequel “Momenti di trascurabile infelicità” (2015), dell’autore e sceneggiatore italiano Francesco Piccolo, che prestano il nome al titolo. Protagonista della pellicola Pif, pseudonimo di Pierfrancesco Diliberto, nei panni dell’abitudinario Paolo, affiancato da Thony (Federica Johanna Victoria Caiozzo), Renato Carpentieri, Angelica Alleruzzo, Francesco Giammanco.
“Quando vado in motorino ho un solo obiettivo. Voglio stare davanti a tutti e se qualcuno si incazza gli dico ‘se volevo stare in fila prendevo la macchina pure io’. E poi c’è una cosa che faccio da anni. C’è un momento in cui il semaforo della strada di destra diventa rosso e non tocca a noi e nemmeno a quelli di fronte che devono girare alla loro sinistra. E’ un momento che so calcolare alla perfezione e so che se sbaglio di un quarto di secondo sono fottuto. Ho sbagliato di un quarto di secondo, eppure erano anni che lo facevo.”
Arroganza, presunzione o forse è solo la troppa sicurezza di sé, tipica della precisione millimetrica con cui osserva la vita un ingegnere, in ogni caso, un errore minuscolo quanto un quarto di secondo che fa precipitare il protagonista in un timelock inquieto, in cui un’ora e trentadue minuti sono il tempo a disposizione per sistemare le cose, accontentandosi di trascorrere i suoi ultimi novantadue minuti d’esistenza in piccoli “momenti di trascurabile felicità”.
L’imprevedibilità della variabile
“Momenti di trascurabile felicità” scuote le certezze, invita a riflettere sull’impossibilità di carpire con mano salda il domani, di fronte alla stupida sicurezza umana che ‘il sole sorgerà sempre ogni mattina, poiché le cose vanno così e basta’. Ma la vita è rocambolesco gioco di cui l’imprevedibilità della variabile è sempre dietro l’angolo, all’incrocio tra certezza ed errore, pronta a mescolare le carte in tavola e ribaltare l’aspettativa. E questo Paolo (Pif) lo sperimenta sulla pelle, dopo che, una serie di errori lo portano a rivalutare tutto ciò che ha sempre dato per scontato. La risata e il paradosso divengono i mezzi giusti per attuare una riflessione non banale sul vero significato di felicità che Luchetti restituisce attraverso la goffa figura di Pif.
A metà strada tra il comico e lo splenico, “Momenti di trascurabile felicità” si fa dunque fiaba romantica e malinconica sugli istanti preziosi di vita di un uomo ‘medio’, ricacciato sulla terra per un errore dopo la prematura morte. Tra domande esistenziali buffe e curiose sullo sfondo dei vicoli di Palermo, assistiamo con il film, alla trasformazione di due testi letterari reiteranti, in uno script poetico e divertente al tempo stesso (di cui Piccolo è mirabile co-sceneggiatore insieme a Luchetti).
Trama di “Momenti di trascurabile felicità”
Palermo. Paolo (Pif) ha una vita semplice, una moglie meravigliosa (Thony), due figli, un lavoro stabile come ingegnere. Tifoso di calcio, ha un gruppo di amici storici con cui si incontra al bar. Ma Paolo ha anche diverse relazioni clandestine e ama giocare a sfidare la sorte bruciando semafori rossi agli incroci. La sua vita cambia quando un giorno, a uno di quegli incroci, Paolo rimane coinvolto in un incidente mortale.
Paolo si ritrova dall’altra parte, in fila come dal panettiere, per conoscere la sua sorte mentre chi comanda decide dove smistare le anime. Ma c’è un errore: nessuno ha tenuto conto di tutte le centrifughe di frutta, “alcune persino col finocchio“. Lo stile alimentare salutare di Paolo gli fa guadagnare tempo extra da trascorrere sulla Terra prima di andarsene. Il nostro protagonista si ritrova con un breve lasso di tempo a disposizione per sistemare tutte le cose che non vanno nella sua vita. Solo un’ora e trentadue minuti, non uno di più.
Basteranno per riscattare una vita intera?
Arianna Panieri
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