A dare la notizia della sua morte la figlia Anna con un post su Instagram accompagnato da una foto che la ritrae con il padre, cofondatore e teorico delle organizzazioni della sinistra extraparlamentare Potere Operaio e Autonomia Operaia. Il filosofo Toni Negri è morto a Parigi, dove viveva. Aveva novant’anni, ed era nato a Padova nel 1933.
Toni Negri, il processo e i ricordi
Il filosofo, insegnante ma soprattutto attivista fu processato e condannato per insurrezione armata. Viveva da anni in Francia dove beneficiò della cosiddetta ‘Dottrina Mitterand’ sul diritto d’asilo. Rientrato in Italia nel 1997 per scontare la condanna definitiva a 12 anni, nel 1999 ottenne la semilibertà. Poi nel 2003 tornò finalmente libero. Dopo vent’anni si spegne nella sua casa.
“Toni Negri fu un cattivo maestro perché, dopo il ’68, il passaggio dal movimentismo giovanile alla pagina buia degli anni di piombo, con il terrorismo di destra e di sinistra, causò tante vittime innocenti. In termini giuridici, poi, una cosa è l’espressione delle idee, un’altra è la pratica materiale della violenza. Ricordo inoltre che Toni Negri andò in Parlamento con i radicali, prima di rompere con Pannella. Certamente, Negri è stato un cattivo maestro, poi però bisogna valutare la sua vicenda in tutta la sua complessità”, ha commentato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
“Resterai per sempre nel mio cuore e nella mia mente, caro Maestro, Padre, Profeta”, scrive su Fb l’attivista e uno dei leader del movimento no-global italiano Luca Casarini, dopo la morte del filosofo Toni Negri. “Caro compagno, caro fratello, resterai nella mia vita. Grazie, per tutto. Per avermi voluto bene, per averne voluto ai miei figli e ai miei compagni. Con immenso amore per Judith, per Anna, Francesco, Nina”, aggiunge, pubblicando poi una riflessione di Negri su san Francesco.
Marianna Soru
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