Moto3, Andrea Migno: viaggio nel “parco giochi” di Mig

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Di Redazione Metropolitan

La carriera di Andrea Migno proseguirà anche nel 2021 nella classe Moto3. Il suo sogno di diventare pilota possiamo farlo coincidere a quando, insieme al papá Umberto, stava attraversando in macchina il cavalcavia da cui si scorgeva la pista di minimoto Motopark di Cattolica. Era il lontano 2001, quando quel bambino di 5 anni dagli occhi sognanti sperava di salire in sella ad una moto e poter approdare nel motomondiale, avendo bene in mente queste parole dettate dalla passione: “Vedere il circuito e pensare di poterci girare con una minimoto, era come un parco giochi”.

La prima minimoto di Andrea Migno

Da quel momento, Andrea impiegò due anni per convincere il padre artigiano a comprargli la prima minimoto. Era tutto cio’ che poteva bastare ad Andrea Migno, per tutti “Mig”. Il giovane italiano nasce nel 1996 in un piccolo paese, Saludecio, in cima ad una collina della ben nota Rider’s Land. La sua voglia riaccese “la malattia dei motori” del padre, anche lui appassionato. A 7 anni si iscrisse al campionato di minimoto scegliendo il numero 16 (numero che tutt’ora utilizza), ritrovato su un casco a cui era affezionato. E’ sempre stato Andrea a trascinare il padre alle corse, così come quando insieme a Livio e Franco Morbidelli si iscrissero al Campionato di minimoto europeo espatriando in Spagna.

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Andrea Migno ai tempi della Red Bull Rookies Cup – Photo Credit: rookiescup.redbull.com

Negli anni successivi parteciperà anche alla Red Bull Rookies Cup, prima di approdare nel CEV nel 2014 con il team di Valentino e con Luca Marini come compagno. Per prendere confidenza con il personaggio che Mig rappresenta, non si può non spulciare tra uno dei suoi tanti aneddoti sempre spiritosi e pronti a strappare un sorriso:

“La prima volta in pista, a 7 anni, mi ricordo che appena ho visto mio babbo entrare nei box, un po’ per l’emozione, un po’ perché volevo dimostrargli di fare bene, dovevo curvare e invece sono andato dritto”.


Galeotto fu l’incidente

Strano a sentirsi, ma un infortunio svoltò la sua carriera. All’età di 14 anni la rottura della spalla a causa di una caduta, lo portó ad incontrare nella palestra dove svolgeva la riabilitazione il suo idolo d’infanzia: Valentino Rossi. Erano i primi anni del Ranch e Valentino lo prese sotto la sua protezione. Andrea divenne così uno dei primi “pilotini” dell’Academy. Sembra un gioco del destino, ma la zona in cui iniziò ad allenarsi e dove oggi sorge il Ranch, un tempo era la casa di sua nonna Walterina. Una figura molto importante per il pilota di Saludecio.

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Andrea Migno ai tempi del CEV Moto3 con il team VR46 – Photo credit: motogp.com

Il momento “clou” della carriera di Andrea Migno in Moto3

Sempre nel 2014 debutta nel mondiale in Moto3 a Silverstone per il team Mahindra Racing, sostituendo l’australiano Arthur Sissis. Chiuderà fuori dalla zona punti. Nel GP successivo, quello di casa a Misano, otterrà invece i suoi primi punti nella classifica iridata. Nel 2015 entra definitivamente nel mondiale, passando allo Sky Racing Team VR46. Qui rimane anche la stagione successiva, dove conquista il suo primo podio in Moto3 arrivando terzo nel Gran Premio d’Olanda. Conclude l’anno con un altro podio nella gara conclusiva di Valencia.

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Andrea Migno in azione con lo Sky Racing Team VR46 – Photo Credit: motogp.com

Prima vittoria in Moto3 al Mugello per Andrea Migno

Nella tappa del Mugello 2017, Andrea riesce a conquistare la vittoria davanti a Di Giannantonio. Come ben noto a tutti gli appassionati italiani e non, “Al Mugello…non si dorme”. Ed é così che in seguito alla sua prima vittoria, Migno tiene fede alla sua personalità giocosa e spensierata. Egli porta i suoi amici d’infanzia a festeggiare ed a consolidare il loro progetto iniziato nell’aprile 2017 con l’apertura del Fan Club ufficiale Mig16.

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Andrea Migno vince al Mugello, nel 2017, la sua prima e finora unica gara nel Mondiale – Photo Credit: motogp.com

La struttura é gestita da giovani ragazzi e amici di Saludecio, con in comune la passione per le moto. Un vero luogo di culto per i motori come tanti se ne trovano nella Rider’s Land, ma dove ognuno mette il suo tocco personale. Qui a stagione terminata si organizza una festa di chiusura con tutti i fans e il pilota, circondati da una cornice arancione. Il colore caratteristico di Andrea.

Andrea Migno e obiettivi ambiziosi in Moto3

Nel 2018 passato nell’Angel Nieto Team, ottiene un secondo posto e conclude la stagione undicesimo. Nel 2019 siede al fianco di Jaume Masia nel team Bester Capital Dubai, ottenendo un terzo posto e una pole position a Valencia. Infine, Andrea torna al team Sky nel 2020 insieme all’amico Celestino Vietti. Conclude la stagione al quindicesimo posto nella classifica generale.

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Andrea Migno nel momento della firma del contratto con Snipers team con cui correrà nella stagione 2021 – Photo Credit: motogp.com

Dopo tanti valzer di sella, accumunati solo dal fatto di aver guidato sempre un KTM, nella stagione che sta per iniziare difenderà i colori dello Snipers Team con Filip Salac. Andrea erediterà il posto del vice campione Tony Arbolino, potendosi misurare in una sfida nuova guidando una Honda. Chissà che non sia la svolta per Mig e che possa finalmente trovare una stabilità tecnica che gli permetta perennemente di lottare per le posizioni di rilievo e sognare il salto in Moto2.

Non solo moto: l’amore per la quotidianità di Mig

A detta di molti e da lui stesso, Mig è un amante della quotidianità. Nelle calde giornate, finito di allenarsi e nel corso della pausa estiva del campionato, al tramonto lo si vede arrivare in spiaggia. Con il suo cappello alla pescatora in testa, ha sempre una battuta pronta per chiunque. Esausto dagli allenamenti, ama prendersi un piccolo break gustandosi un gelato di cui é goloso.

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Migno con sua nonna Walterina in veste di ombrellino al GP di Misano del 2019 – Photo Credit: motogp.com

Come ogni pilota, la sua grinta e iperattività non gli fanno perdere tempo dilettandosi in qualsiasi cosa preveda un minimo di competizione e possibilità di vincere. Migno è così, un pilota che ama la semplicità, ironico (anche con se stesso) e sempre pronto a sorprendere, così come fece nel GP di casa del 2019 presentandosi sulla griglia di partenza con un’ombrellina speciale: la nonna Walterina. Un gesto di quelli semplici, ma che lasciano il segno. E in questo Andrea Migno è un maestro. E’ oggettivo e confermato da molti che dove c’é “Mig non ci si annoia”.

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Erica Zizzi