Un inizio non proprio perfetto per la Ducati. Sicuramente da ricordare la vittoria di Enea Bastianini a Losail, con grande trionfo ottenuto proprio in sella a una Ducati 2021. Se però la GP21 si è mostrata in grado di confermare le alte prestazioni dello scorso anno, certo non si può dire lo stesso per la GP22. Una disfatta non insignificante quella in Qatar, con zero punti per il team ufficiale. Una moto nuova che, se non sembrava aver convinto Francesco Bagnaia fin dalle prime qualifiche dell’ultima gara, potrebbe in realtà mostrarsi un potenziale asso nella manica per la casa di Borgo Panigale. Un team che, con ben due titoli costruttori consecutivi, continua a dimostrare di non darsi per vinto, puntando a innovazioni sempre più competitive. Una Ducati ancora ampiamente favorita per il titolo. Che abbia anche quest’anno le carte per il mondiale?
Una Ducati determinata, in lotta per affermare il suo primato: pronta a ottenere il titolo anche nel 2022
Una stagione in cui la Ducati lotterà in ogni modo per riconfermare il suo primato tra i costruttori. Un team vincente, forte anche dei suoi stessi fallimenti, fondamentali per individuare tanto i punti di forza quanto gli aspetti critici da migliorare.
Gli stessi test di febbraio sembravano presentare margini piuttosto positivi, con il collaudatore Michele Pirro a dominare la lista dei tempi nello shakedown. Con prove pre-stagionali piuttosto promettenti, non sono certo in pochi a scommettere sulla Rossa. Lo stesso inizio, non del tutto ideale, non sembra dissuadere chi ancora continua a sperare e puntare sulla casa di Borgo Panigale. Un duro e difficile cammino, quello verso il titolo per la Ducati, ora più che determinata a mostrare tutta la sua competitività nelle 20 gare di questa MotoGP.
La Ducati vincente anche quest’anno: cinque punti di forza
Come spiegato da motorsport.com, sono cinque in particolare i punti di forza della Ducati. Primo tra tutti il dominio della griglia, con ben otto piloti alla partenza, come buona fonte diversificata di informazioni per un costante sviluppo progressivo. Un prototipo pronto a potenziarsi con i dati acquisiti, imponendo e consolidando il suo ruolo da leader per gli altri team.
Altro aspetto fondamentale per la squadra, la brillante mente di Gigi Dall’Igna. Un grande direttore generale per la Ducati, importante guida per i membri della Rossa, ora proiettato verso una Desmosedici al massimo delle sue potenzialità. Uno studio attento quello dell’ingegnere italiano che, sfruttando ogni dettaglio per giungere a notevoli successi nell’aerodinamica, ha reso nel tempo Borgo Panigale un chiaro punto di riferimento per innovazione e sviluppo.
Un modello da seguire la Ducati, davanti a tutti anche per la sua evoluzione. In costante rinnovo, fin dal 2014, la Rossa ha reso questo uno dei suoi cavalli di battaglia. Lo stesso sistema holeshot ha contribuito a confermare la sua leadership, visto che molti team hanno replicato tale innovazione, riconoscendo un cambiamento rivoluzionario.
Da considerare sicuramente i piloti Ducati, con un grande Bagnaia in corsa per diventare campione iridato nel 2022. Tra gli altri, determinato anche Jack Miller, pronto a ottenere un posto nel team ufficiale anche nel prossimo anno, come il rookie dell’anno Jorge Martin, tra i più citati nelle scommesse mondiali. Da non dimenticare Johann Zarco, in top 10 nel GP del Qatar.
Una chiara caratteristica vincente, la freschezza dei piloti in sella alla Ducati. Bastianini, pilota 24enne del team Gresini, ha infatti ottenuto la vittoria proprio con una moto di Borgo Panigale. Tra i giovani promettenti a rappresentare la Rossa, anche Marco Bezzecchi, Fabio di Giannantonio e Luca Marini. Cinque motivi che potrebbero portare la Ducati all’ambita vittoria. Che sia anche questo per la Rossa l’anno del titolo costruttori? Un sogno che potrà vedersi realizzato solo all’ultimo appuntamento di Valencia.
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Liliana Longoni
(credit-foto-(MotoGP)