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MotoGP | Yamaha: prime rivoluzioni a Iwata

Saltano le prime teste in casa Yamaha. Le ultime due deludenti stagioni, caratterizzate da solamente 5 vittorie, sono state decisive per l’estromissione dal progetto 2019 dell’ormai ex project leader della casa giapponese Kouji Tsuya.

MotoGP, rivoluzioni Yamaha: durante il weekend del Gran Premio d’Austria, l’ex project leader della casa di Iwata, chiese pubblicamente scusa a Valentino Rossi e Maverick Vinales per le scarse prestazioni, soprattutto a livello di elettronica della M1 2018.

MotoGP Kouji Tsuya – Il sostituto

In occasione dell’ultima tappa dello scorso campionato a Valencia, i vertici dell’azienda giapponese avevano già annunciato un cambio di struttura per riportare la Yamaha al ruolo di moto di riferimento della MotoGP. Una delle prime decisioni è stata proprio quella di sostituire Tsuya.

La testata francese Paddock-GP aveva anticipato la notizia, ma la casa giapponese non ha voluto confermare o smentire prima della presentazione che si terrà a Jakarta il 4 febbraio. Per l’occasione sarà svelata anche la nuova livrea della M1, che avrà Monster Energy come main sponsor al posto di Movistar. Sempre secondo quanto riportato da PaddockGP, la Yamaha avrebbe sostituito Kouji Tsuya con l’ingegnere Takahiro Sumi.

MotoGP rivoluzioni Yamaha
Kouji Tsuya si scusa con Rossi e Vinales durante il GP d’Austria – Photo Credit: GPOne.com

MotoGP rivoluzioni Yamaha – Le parole di Tsuya

L’ex project leader ha parlato dei difetti a livello di propulsore, però, ha anche evidenziato di avere fiducia nel motore 2019: “L’accelerazione nelle curve lente era il problema principale, ma anche la decelerazione, la frenata e le curve. La caratteristica del nostro motore, specialmente in curva, era di essere molto aggressivo. È stato difficile per noi gestire la gomma. Sono sicuro che abbiamo migliorato la moto dell’anno scorso, soprattutto in termini di motore e accelerazione. Il nostro obiettivo per il prossimo motore è di renderlo più fluido senza perdere la massima velocità”.

In attesa di scoprire se la Yamaha risolverà definitivamente i problemi di elettronica, fondamentale per salvaguardare le gomme ad alto degrado della Michelin, non ci resta che aspettare i primi test in Malesia dal 6 all’8 febbraio.

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