Il GP di Silverstone è stato annullato viste le condizioni meteo, ma soprattutto a causa di un lavoro di asfaltatura mal fatto. Una brutta pagina di storia per la MotoGP; questa volta le colpe però sono da ricercare altrove.

Domenica 26 agosto 2018 per la seconda volta nella storia del Motomondiale, si è assistito all’annullamento dell’evento principale del weekend di gara. L’ultima volta capitò nel 1980, a Salisburgo, causa neve. Stavolta è stata la pioggia, una classica pioggia in Inghilterra, a Siverstone. Un paradosso in tutto e per tutto. Chi ha svolto i lavori di riasfaltatura forse non pensava che in Inghilterra potesse piovere… A parte l’ironia, fortunatamente non si è corso.

La Safety Car ispeziona la pista. La decisione dell’annulamento arriva soltanto alle 17 (ora italiana)

Sarebbe stato un rischio troppo grande da correre, soprattutto visto l’incidente e la tragedia sfiorata il Sabato con Tito Rabat sempre per colpa dell’asfalto. Il povero pilota spagnolo ha riportato una frattura scomposta ed esposta del femore e la rottura di tibia e perone. Subito operato con successo all’ospedale di Coventry, il pilota è riuscito anche a muovere i primi passi il giorno seguente l’operazione. Giusto per rimarcare di che pasta sono fatti questi “uomini”.

Rabat muove i primi passi dopo l’operazione (sx); il particolare del femore operato (dx) (foto dal web)

La giornata è stata tutta un’attesa, tra ispezioni della pista, opinioni dei piloti sulla possibilità di correre o no e una gran confusione da parte dell’organizzazione; la quale però merita un’esenzione dalle colpe per la straordinarietà del fatto. I veri colpevoli sono il circuito di Silverstone e l’azienda che si è occupata dei lavori.

Lavoratori all’opera per togliere acqua dal circuito, ma niente da fare (foto dal web)

Un circuito che ospita sia F1 che MotoGP non può permettersi di sorvolare su certi dettagli, qui si rischia la vita. Sembra sempre che qualcuno debba pagare prima di accorgersi delle proprie azioni. Voltare pagina è un obbligo, migliorando. Per far si che non ricapiti più.