Nello spazio di LetteralMente Donna una donna eccezionale che ha saputo dare gran voce al femminismo nei suoi romanzi muovendosi tra realtà e fantascienza e fornendo nuove chiavi di interpretazione per il ruolo femminile nella società. La donna è Naomi Alderman e queste sono le sue opere.

“Mi sembrava strano leggere in tutti quei resoconti pseudoscientifici sul “perché gli uomini e le donne hanno ruoli diversi nella società”, risposte tipo “le bambine guardano di più le facce, e quindi le donne sono più empatiche”, o teorie religiose fuori dal tempo. Nessuno mai che dicesse “perché in media gli uomini possono gettare una donna dall’altro capo della stanza e non viceversa”.

Sono dichiarazioni, riportate da Repubblica, di Naomi Alderman che spiegano molto della sua personalità e della sua voglia di interrogarsi continuamente. Pur crescendo in un ambiente come quello dell’ortodossia ebraica dove la donna ha un ruolo sociale chiuso e legato alla casa e ai doveri matrimoniali, l’Alderman ha saputo emanciparsi grazie anche ad alcuni anni passati a New York prima di tornare nella sua Londra. La sua esperienza di vita è entrata nei suoi romanzi insieme al suo continuo studio delle potenzialità femminili senza il soggiogamento maschile.

Naomi Alderman e la disobbedienza morale

LetteralMente Donna è oggi dedicata a Naomi Alderman, fonte buzzfeed.org
Naomi Alderman, fonte buzzfeed.org

“Qual è la forma del tempo? Ci sono occasioni in cui ne avvertiamo la circolarità. (…) In altre occasioni possiamo vedere il tempo come una linea retta e infinita, che ti stordisce per la sua infinità”. È uno dei tanti interrogativi che si pone il narratore del romanzo d’esordio di Naomi Alderman intitolato “Disobbedienza” è poi trasposto successivamente film. Si tratta di un’opera molto autobiografica dove la Alderman si interroga sul mondo dell’ortodossia ebraica e sulla condizione e l”identità femminile delle ebree ortodosse. D’altronde come lei la protagonista vive lontano dalla comunità poi ci ritorna a causa della morte difficile innestanto una storia molto tormentarta segnata dal ritorno di un vecchio amore saffico.

“Disobbedienza” è un opera con cui di fatto la Alderman fa coming out sul fatto di essere gay e non credente e riflette per la prima volta sulla condizione femminile, dove la donna è schiacciata da una struttura sociale fortemente patriarcale. Per questo la struttura di ogni capitolo del romanzo si divide in tre parti. Una dedicata alle citazioni della Torah, una alla visione matrimoniale della comunità ebraica ortodossa e il punto di vista della protagonista che sovverte e riscrive ogni regola con il suo sentirsi libera ed emancipata.

Il mondo distopico delle ragazze elettriche

Uno sodalizio importante per Naomi Alderman è stato senza dubbio l’incontro con Margaret Atwood che lei ha definito sua mentore. Proprio grazie a questo c’è stato l’avvicinamento della Alderman al genere della fantascienza. Un capolavoro di questo filone può essere senza dubbio considerato “Ragazze elettriche” che ci porta in un universo distopico dove le donne che sono al potere possono colpire con scariche elettriche gli uomini. Un romanzo, racconta l’autrice, che s’interroga, come si legge su Repubblica, su “cosa accadrebbe se le donne avessero il dominio e il privilegio che hanno gli uomini. Quella loro capacità di causare dolore fisico e fare violenza. E ovviamente non sarebbero meglio di coloro che ci stanno portando nuovamente sull’orlo di una guerra nucleare”.

Una teoria quasi pessimistica che mette al centro di tutto il dramma del potere che degenera in desiderio di sopraffazione. Una riflessione che dall’ambito religioso si sposta a quello civile ma che rimane sempre su un concetto fondamentale come dalla Alderman dichiarato : “Allo stesso modo in cui le persone inventano un eruv per portare le loro chiavi, sicuramente possono aggiornare delle regole quando si tratta delle donne”. Esistono infatti dei valori fondamentali che non vanno toccati come dare importanza all’essenza dell’individuo e non all’apparenza ma molte altre cose che devono essere riscritte in base alla modernità e al femminismo per evitare che le donne degenerino come gli uomini.

Stefano Delle Cave

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