Gli uomini di Ancelotti  subiscono un roboante 3-0 contro la rediviva Sampdoria di Giampaolo e per gli azzurri si manifestano i primi problemi

Sembrava troppo bello per la formazione partenopea, due vittorie in rimonta per la gioia dei tifosi, che dopo le critiche rivolte al presidente Aurelio De Laurentis in estate per il mercato insoddisfacente, si erano sentiti nuovamente appagati per le splendide vittorie contro Lazio e Milan, due delle formazioni  più competitive del nostro campionato. Squadra veloce, tagli e triangolazioni rapide e il solito reparto offensivo che da anni incanta l’ Italia intera. L’ esperto mister di Reggiolo, sfruttando i collaudati schemi di Maurizio Sarri, è riuscito immediatamente a dare una precisa identità alla sua squadra, indicata da tutti gli esperti dopo le prime due partite come la maggiore antagonista della titolata Juventus anche quest’ anno. Ieri, a sorpresa, la squadra più ” sarriana” è stata la Sampdoria, che con un gioco brillante e spumeggiante ha incantato il pubblico di Marassi e costretto il Napoli ad una netta sconfitta per 3-0. I partenopei, che anche nelle prime due gare erano passati in svantaggio nel primo tempo, questa volta non sono riusciti a capovolgere la sfida e anzi hanno subito l’ incredibile goal di tacco di Fabio Quagliarella, ex di turno. Sicuramente è  troppo presto parlare anche solo di “crisi”, ma gli uomini di Carlo Ancelotti hanno riportato difetti assolutamente evidenti in queste prime tre giornate.

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PRIMI TEMPI: Per prima cosa, gli azzurri non hanno mai approcciato correttamente la partita, come ammesso anche dal mister emiliano nella conferenza post-gara    “Abbiamo avuto lo stesso inizio delle altre due partite , che siamo riusciti a ribaltare, mentre qui no. La prima parte è stata negativa da un punto di vista mentale”. Ben 4 dei 6 goal subiti sono arrivati nei primi tempi mentre solo 1 dei 5 fatti è arrivato nella prima frazione di gioco. Segnali evidenti di una mancata concentrazione e mentalità nei primi minuti come più volte sottolineato dal tecnico. Una squadra che spera di recuperare con grandi prestazioni nei secondi tempi, ma questa volta non è bastato. Il Napoli ha sicuramente giocato meglio nella seconda parte di gara non è comunque riuscito a recuperare e anzi, a tratti, ha subito il gioco della bella Sampdoria di Giampaolo anche nel secondo tempo.

DIFESA DI BURRO: 6 gol su 6 tiri è l’ impietoso dato degli uomini di Ancelotti nelle prime gare di questa Serie A. Immediatamente, in un primo sguardo ai dati statistici, verrebbe da pensare che la colpa è della girandola di portieri che ha travolto il Napoli in questa estate. L’ insicuro Karnezis non ha convinto( in precampionato) il tecnico ad una promozione da titolare e nonostante un debutto sufficiente contro la Lazio, ha perso subito il posto da titolare a discapito dell’ esperto Ospina, arrivato a fine mercato in prestito dall’Arsenal. Il colombiano, lanciato subito titolare, non ha responsabilità tuttavia sui goal subiti dalla Sampdoria e non è dunque il colpevole su cui i tifosi del Napoli possono sfogare le prime frustrazioni di questo campionato. In attesa del ritorno del giovane Meret, che probabilmente rientrerà dopo la sosta dall’infortunio di inizio campionato, non è dunque sull’estremo difensore che si concentrano i problemi del Napoli. La difesa non appare la stessa dello scorso anno e le incertezze dei soliti quattro che formano il pacchetto difensivo degli undici di Ancelotti, iniziano a farsi sentire. Bisogna risalire addirittura al lontano 1994 per vedere una sconfitta così netta contro i blucerchiati, quando la Sampdoria di Roberto Mancini si impose con un sonoro 4-1 contro i campani. In realtà non bisogna tornare così indietro nel tempo per vedere una disfatta con lo stesso punteggio, Fiorentina-Napoli dello scorso fine campionato, quando gli uomini di  Sarri abbandonarono le ultime possibilità di vincere il tricolore. 

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SENZA SISTEMA :  Ancelotti ha cercato di sfruttare il modulo di Sarri in questo inizio di stagione, provando però ad imporre progressivamente il suo gioco, meno tecnico e veloce ma più diretto. Non ha voluto forzare il solito “albero di natale” che fece le fortune nazionali e internazionali del suo Milan. Ha tuttavia sconvolto il tridente titolare dello scorso anno, condannando Dries Mertens alla panchina. Il belga ha dimostrato di portare brio all’azione partenopea anche nella sconfitta con la Sampdoria, come già fatto con il Milan, e soprattutto di poter coesistere con il polacco Milik, intoccabile negli undici titolari. Tuttavia il piccolo attaccante napoletano,  non può sempre capovolgere la partita senza mai essere schierato negli undici titolari. Tra il 4-3-3 e il 4-2-3-1, Ancelotti non sembra ancora aver trovato lo scacchiere tattico più adatto a questo Napoli.

MALEDETTO TURNOVER: Sarri, attirando molte polemiche sulle sue scelte, aveva fatto poche rotazioni l’ anno passato, scegliendo praticamente sempre gli stessi undici per tutto il campionato e proponendo qualche alternativa soltanto nelle coppe. Ancelotti ha espresso più volte la volontà di sfruttare maggiormente l’ intera rosa a disposizione, iniziando proprio dal match con la Sampdoria, dove oltre al capitano Hamsik, è stato lasciato in panchina anche l’ indispensabile Callejon, che delle ultime 76 gare ne ha saltata soltanto una. I sostituti hanno invece sprecato le loro chance nel creare concorrenza negli undici titolari.  Il metronomo guineano Diawara ha fallito l’ opportunità come vice-Hamsik e non ha convinto in cabina di regia mentre Simone Verdi, che ha assaggiato i primi minuti con la nuova casacca, è apparso inconcludente e troppo spesso prevedibile, infiammando le opinioni dei più critici che pensano non sia un giocatore da grande squadra, dopo tanti anni trascorsi in formazioni provinciali e una maturazione lenta e tardiva.

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VIETATO ARRENDERSI: All’ombra del Vesuvio non ci si può tuttavia abbattere troppo, la sosta per le nazionali darà tempo ad Ancelotti di lavorare e migliorare la squadra, che ritroverà inoltre Ghuolam , Meret e Younes dopo i rispettivi infortuni. Senza contare che tutte le concorrenti hanno avuto problemi in questo inizio di stagione e la sola Juventus, come al solito, ha convinto ed è rimasta a punteggio pieno. Il tecnico emiliano, che vanta ben 20 trofei da allenatore, ha tutti gli strumenti per poter ritemprare questo Napoli, preparandolo al meglio per i difficili impegni internazionali (girone con PSG, Liverpool e Stella Rossa) che si aggiungeranno dopo la sosta.

FRANCESCO MANCINI