Nell’ultimo periodo, Diego Caterbetti è stato riconosciuto come la rivelazione del panorama musicale alternativo attuale. Dall’uscita del suo album d’esordio, “Rebel”, si è cimentato in una rapida ascesa che non non ha accennato a fermarsi (e per fortuna, verrebbe da aggiungere!). E così, Naska ha confermato il suo successo la sera del 25 giugno, sul palco del Rock in Roma, infuocando gli animi dei fan presenti al suo concerto.
Naska live: il Rock In Roma è diventato “La sua stanza”
Come precedentemente accennato, durante quest’ultimo giro della Terra intorno al Sole, Naska ha assistito alla sua progressiva conquista del successo: proprio l’estate scorsa, il rinomato festival romano l’aveva già ospitato, in compagnia dell’amico fraterno, Simone Panetti. I due giovani si erano spartiti equamente la scena ma, quest’anno, al punkabbestia dal cuore tenero è stato riservato uno spettacolo completamente da unico protagonista.
Alle 21:45, puntualissimo, è entrato in scena saltando e indossando un accappatoio di spugna rossa, ormai diventato iconico, con ricamato sulla schiena “La mia stanza“. “La mia stanza” è il nome del tour estivo 2023 di Naska, ma è anche l’incipit del singolo “a Testa in giù“, prima traccia del suo ultimo album e brano di apertura del suo live. Soltanto a gennaio, il giovane cantautore si era messo alla prova con una tournée totalmente unplugged con cui aveva talmente incantato il pubblico, da dover tenere ben due date nella Capitale. Dimostrando come il punk potesse essere accostato a “romanticismo”, dopo questa esperienza, Naska è tornato alla sua natura primordiale, quella legata al suono elettrico, trasformando il Rock in Roma ne “La sua stanza”.
Alternando singoli più recenti, come “Pronto Soccorso” e “a Nessuno“, a brani risalenti ai suoi esordi, Naska ha tenuto un vero e proprio show, durato un’ora e mezza circa, in cui ha corso, saltato, ballato, cantato, riso e lasciato spazio anche alla commozione, senza mai fermarsi. Un’energia inarrestabile è ciò che più caratterizza il venticinquenne che, a ogni performance, dimostra sempre di più di saper dominare, come pochi sanno fare, il palcoscenico e di guidare e farsi seguire dalla platea.
Naska al Rock in Roma è una vera e propria festa
Diego Caterbetti piace perché sa come abbattere quel muro invisibile che troppo spesso si erige tra gli artisti e i fan, non c’è distanza nonostante le banchine poste dalla sicurezza. Quando si esibisce, Naska è semplicemente un ragazzo che racconta di sé stesso e lo fa facendo quello che più gli piace fare: è questo ciò che arriva a chi lo ascolta ed è impossibile negarlo. Con semplicità, riesce a trasmettere tanto e, alla stessa maniera, sa trascinare in quel divertimento sfrenato e leggero il proprio pubblico, ma ciò che gli è riuscito e gli riesce meglio ogni volta è guadagnarsi l’affetto di chi lo ascolta, che sia appartenente alla Gen Z o un Millennial.
E questo affetto è stato respirato a pieni polmoni nel bel mezzo della tappa capitolina, quando, durante “Waldo“, la canzone dedicata al padre e al brutto periodo che l’uomo ha recentemente affrontato, dopo aver tenuto un toccante discorso sull’importanza di non dare per scontato mai nulla e nessuno e di dire quanto lo si ama a qualcuno finché si è in tempo, il cantante ha abbandonato per una manciata di secondi la scena, suscitando un’ondata di preoccupazione nei presenti. A conclusione della data romana, il brano “SUMMERSAD 4“, frutto della collaborazione con la Sad e il bis di “Non Me Ne Frega Un C***o“. Insomma, l’esibizione di Naska è stata un concentrato di voglia di vivere, di emozioni pure, di elettricità, una vera e propria festa: un concerto che va vissuto, dove il criterio “soddisfatti o rimborsati” non esiste. Vige solamente il “soddisfatti“.
Articolo di Valentina Galante
Le immagini sono a cura di © Ludovica Casula
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