Le conclusioni del vertice Nato di Ieri hanno posto l’accento su una preoccupante espansione cinese aggressiva. Pechino oggi ha risposto invitando gli alleati occidentali a non esagerare con la teoria della minaccia cinese

La Nato e l’espansione cinese

La Cina ha risposto alle accuse della Nato
Vertice Nato, fonte trt.net.tr

“Le ambizioni dichiarate della Cina e il comportamento assertivo presentano sfide sistemiche all’ordine internazionale basato su regole e alle aree rilevanti per la sicurezza dell’Alleanza. Siamo preoccupati per quelle politiche coercitive che sono in contrasto con i valori fondamentali sanciti dal Trattato di Washington”. È quanto si legge nella conclusioni del vertice Nato avvenuto ieri a Bruxelles in cui è stata espressa preoccupazione per l‘espansionismo aggressivo cinese.

La Cina è stata accusata di aumentare” il suo arsenale nucleare con più testate e un numero maggiore di sofisticati sistemi di lancio per stabilire una triade nucleare”. Infine, Pechino è anche colpevole di cooperare “militarmente con la Russia, anche attraverso la partecipazione a esercitazioni russe nell’area euro-atlantica”. Attacchi che non sono piaciuti alla Cina che oggi ha risposto con una nota dell’ambasciata cinese presso l’Unione europea.

No alla teoria della minaccia cinese

Pechino oggi ha invitato la Nato a “vedere razionalmente lo sviluppo della Cina, a smettere con l’esagerare le varie forme di ‘teoria della minaccia cinese’ e a non usare gli interessi legittimi e i diritti legali della Cina come scuse per manipolare la politica del gruppo”. Questa dunque la risposta cinese dopo il vertice Nato che si è svolto ieri in cui la Cina per la prima volta è finita nella lista dei “rischi” per la sicurezza. Dunque un secco botta e risposta arrivato mentre dal canto suo l’Europa sta mantenendo un margine di dialogo più ampio con la Cina. “La Nato è un’organizzazione militare, il nostro rapporto con la Cina va oltre, ci sono tante altre questioni che ci riguardano e su cui possiamo lavorare”, ha sapere infatti il presidente francese Macron.

Stefano Delle Cave