NBA, ecco perché è possibile un ritorno in campo

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Di Redazione Metropolitan

Un meeting tra Adam Silver e gli organi più importanti delle franchigie, quali proprietari e dirigenti, ha riacceso le speranze nel cuore degli appassionati per un possibile ritorno in campo. L’Nba è pronta a tornare? Vediamo i dettagli di questo incontro.

Nba, Orlando e Las Vegas stile campus universitario

“Se fossimo convinti di dover di nuovo sospendere tutto per un singolo test positivo, allora non dovremmo neppure iniziare a tornare in campo” .
Queste le parole del commissioner Nba. Nel meeting virtuale che si è tenuto recentemente trapela l’ottimismo di riuscire a minimizzare i rischi. L’idea, infatti, è quella di organizzare due location-bolla (Orlando e Las Vegas le più gettonate) e isolare staff e atleti. In questa direzione, va anche la prossima riapertura della maggior parte dei centri d’allenamento delle varie squadre. I dubbi rimangono sul format da utilizzare, di cui abbiamo tre alternative. Non si sa ancora se coinvolgere tutte e 30 le squadre e completare la regular season, ideare un mini-torneo che permetta alle squadre in lizza di giocare ancora per meritarsi l’accesso ai playoff o passare direttamente allo svolgimento dei playoff (a 16 squadre) sulla base della classifica all’11 marzo.

Nba, il parere dei giocatori

La decisione sembra aver preso piede proprio perché in accordo con la volontà dei giocatori. Infatti, la NBPA ha comunicato che la maggior parte degli atleti vuole tornare in campo e portare al termine questa stagione.
La Lega è pronta, inoltre, ad intraprendere dei nuovi step, quali la standardizzazione della fase di tamponi per tutte le 30 squadre, lo studio da vicino dell’andamento del virus negli stati che da lunedì torneranno a permettere il ritorno in palestra ai giocatori. In aggiunta, sarà necessario monitorare ogni sviluppo possibile nelle capacità di test e prendere spunto da come altre leghe sportive nel resto del mondo tanno gestendo l’eventuale presenza di atleti positivi tra le proprie fila.
Se, infatti, Silver afferma “una positività non può fermarci”, quello che ci chiediamo noi è quante possono? Questo è uno dei tanti nodi da sciogliere, ma l’impressione è che si farà tutto in funzione di un ritorno in campo. Sapremo di più, tra 2-4 settimane, secondo ESPN.

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