Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Faremo un viaggio tra 800′ e 900′ per parlarvi di una scrittrice italiana troppo spesso ingiustamente dimenticata. Parleremo di conservatorismo, di libertà e di femminismo. Abbiamo dedicato la puntata di oggi a Neera e alle sue opere.
“Che cosa penseranno le tue sorelle, tuo fratello? La gente? Se mi facessero delle osservazioni, a me, tua amica? – Ebbene, dirai ai zelanti che ho pagato con tutta la mia vita questo momento di libertà”
Con queste parole termina il romanzo “Teresa” di Neera, al secolo Anna Radius Zuccari. Una domanda ed una risposta importanti per capire il pensiero di questa scrittrice che ha diviso le sue opere tra saggi, racconti e romanzi. Una donna che appoggiò la corrente verista e che fu molto conosciuta e apprezzata dagli intellettuali del suo tempo come Benedetto Croce. Proprio il noto filosofo posiziona la Zuccari tra le “voci più autorevoli d’Italia” insieme alla più famosa Matilde Serao. Una definizione non sbagliata per una scrittrice che, seppur di stampo conservatrice, anticipò nei suoi romanzi posizioni anticonformiste che saranno riprese in maniera più radicale dalle scrittrici più dichiaratamente femministe successive come Sibilla Aleramo.
Neera, le differenze tra saggi e romanzi
Analizzando la corposa produzione letteraria di Neera notiamo una sostanziale differenza tra quanto affermato nei suoi saggi e nei suoi romanzi. Se si prende ad esempio uno dei saggi più famosi della Zuccheri come “Le idee di una donna”, si noterà che l’autrice si pone contro l‘emancipazione femminile non parlando di eguaglianza ma piuttosto di uomini e donne come due esseri diversi. La donna, in particolare, è differente dall’uomo perchè ha una sensibilità ed un cuore superiori. È una posizione più conservatrice che prevede l’accettazione del matrimonio e della maternità e anche della subalternità maschile come destino della donna secondo il pensiero del suo tempo.
Nei suo romanzi più famosi, come il già citato “Teresa”, “Lydia” e “L’indomani” che compongono la cosiddetta Trilogia della donna giovane, il suo pensiero si basa invece sull’anticipazione di punti e temi che poi saranno ripresi da successive scrittrici femministe. Le eroine dei suoi rimanzi infatti sono donne che sono in contrasto con la società patriarcale in cui vivono, con l’accettazione del matrimono e della maternità come riscatto dalla delusione nunziale. Ricercano infatti la loro libertà ed inseguono i loro sogni senza mai rinunciarvi rivelando una posizione molto anticoformista dell’autrice.
Stefano Delle Cave
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