Esteri

Negoziati Ucraina-Russia, Putin chiede la Crimea e neutralità di Kiev

Dopo il primo round di negoziati tra Ucraina e Russia a guerra in corso, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che finora “non c’è alcun risultato” tra quelli che Kiev vorrebbe raggiungere. Lo riporta la Tass dopo le parole del presidente in un video. “I colloqui hanno avuto luogo mentre il nostro territorio veniva bombardato e bombardato”, ha detto Zelensky, spiegando che “la Russia sta cercando di fare pressione“, ma “noi non accettiamo tali tattiche”.

“Ci possono essere negoziati leali se una parte non colpisce l’altra con l’artiglieria durante la trattativa. Finora non abbiamo raggiunto il risultato che vorremmo ottenere. La Russia ha chiarito la sua posizione, noi abbiamo illustrato le nostre posizioni per porre fine alla guerra. Abbiamo ricevuto alcuni segnali. Quando la delegazione tornerà a Kiev, analizzeremo cosa abbiamo ascoltato e decideremo come procedere nel secondo round dei colloqui”, ha sottolineato Zelensky

“Uno Stato che commette crimini di guerra contro civili non può essere membro del Consiglio di sicurezza dell’Onu”, ha poi detto secondo quanto riporta The Kyiv Independent. “Il male armato di missili, bombe, artiglieria deve essere fermato immediatamente, distrutto economicamente. Dobbiamo dimostrare che l’umanità sa difendersi”, ha aggiunto.

Secondo Zelensky, la Russia ha condotto 56 attacchi missilistici contro l’Ucraina negli ultimi 5 giorni e ha lanciato 113 missili da crociera dall’inizio del conflitto. Per rispondere ai “bombardamenti”, Zelensky ha affermato che è giunto il momento di considerare una no-fly zone per missili, aerei ed elicotteri russi.

Mentre Putin ieri inviava il suo consigliere più fidato a incontrare la delegazione ucraina, contemporaneamente autorizzava il bombardamento di palazzi residenziali di Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina. A Macron poco prima il capo del Cremlino aveva comunicato una serie di “imprescindibili” condizioni per il cessate il fuoco: “La demilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina”. Significa, in soldoni, la sostituzione di Volodymyr Zelenskij con un presidente gradito al Cremlino; l’assicurazione sulla neutralità dello stato ucraino, dunque niente ingresso nella Nato né ora né mai; il riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea.  Proposte inaccettabili, ovviamente. Putin è rinchiuso in una logica di scontro e non è chiaro cosa potrebbe cambiare in un secondo round di negoziati nei prossimi giorni.

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