Nel Metropolitan Today di oggi ricordiamo la nascita di un oggetto che oggi diamo quasi per scontato. Uno strumento importantissimo, che sancisce la nascita della settima arte: il cinematografo. Era infatti il 13 febbraio 1894 quando i celebri fratelli Lumière presentano al mondo la loro straordinaria invenzione. Non immaginavano minimamente la potenza e la portata della loro invenzione. Infatti, unendo cinepresa e proiettore, avrebbero rivoluzionato per sempre il modo di percepire la realtà. Ma vediamo insieme la sua storia.

Ben 127 anni fa, i fratelli Auguste e Louis Lumière depositavano il brevetto del cinematografo. Fu un periodo fortunato, poiché influenzato dalla Rivoluzione Industriale, grazie alla quale l’arte straordinaria del cinema si è inserita perfettamente. I due fratelli sono considerati i pionieri della ripresa, ma i primi esempi di camera oscura risalgono già a prima dell’anno Mille.

La storia del cinematografo

Louis e Auguste Lumière nascono a Besançon nel 1862 e 1864. Grandi appassionati di fotografia, un amore trasmesso dal padre, si occupano sin da piccoli di realizzare esperimenti sulle immagini in movimento. Seguendo le orme della ricerca, del kinetoscopio (il famoso visore che permetteva di vedere i fotogrammi in movimento), i due fratelli brevettarono il cinématographe, il cinematografo.

L’innovazione stava nel fatto che questo nuovissimo strumento permettesse di far vedere le immagini a più persone contemporaneamente, grazie alla proiezione su un telo. Già a marzo 1895 riuscirono a girare il loro primo film, L’Uscita dalle Officine Lumière (la fabbrica di proprietà del padre). Ma sarà nel dicembre 1895 che avverrà la vera rivoluzione.

Infatti, i due fratelli organizzano la prima proiezione a pagamento al Grand Café sul Boulevard des Capucines di Parigi. Microfilmati di un minuto circa ciascuno vennero proiettati a un pubblico pagante. Ritraevano scene di vita quotidiana, tra cui il famoso Arrivo del treno alla stazione di La Ciotat. Se oggigiorno non ci emozioniamo neanche con la realtà 3D, si narra che all’epoca gli spettatori fuggirono via spaventati, pensando che il treno venisse verso di loro.

Marianna Soru

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