Marc Chagall, uno dei maggiori esponenti dell’arte russa, e Domenico Modugno, cantautore italiano, e quello che i due artisti hanno in comune: la magia di un volo “Nel blu dipinto di blu“. 1958, Domenico Modugno vinse il Festival di Sanremo con il pezzo “Nel blu dipinto di blu”, destinato a diventare una delle canzoni italiane più famose in tutto il mondo. Scritta dallo stesso Modugno e Franco Migliacci, le versioni sulla nascita del testo sono varie e coinvolgono talvolta una veduta su un cielo aperto, un incubo notturno, oppure alcuni dipinti di Marc Chagall.
Da dove sia effettivamente partita l’idea non ci è dato sapere, ma le analogie tra il testo della canzone e le opere del pittore bielorusso sono estremamente evidenti. Fu Migliacci ad affermare, ad un certo punto, che fu in particolare il quadro “Le coq rouge dans la nuit” ad offrirgli l’ispirazione.
(Foto dal web)
Nel blu dipinto di blu: Chagall e Modugno
“Penso che un sogno così / non ritorni mai più, / mi dipingevo le mani e la faccia di blu, / poi d’improvviso venivo dal vento rapito, / e incominciavo a volare / nel cielo infinito”
ed ecco che il brano inizia.
Già l’attacco ci proietta in una dimensione onirica, dove la musica leggera si trasforma in favola, come avviene nei dipinti di Chagall, caratterizzati da una fantasia ingenua ed incantata, in grado di rendere ogni opera simile ad una fiaba, resa da colori vivaci e quasi espressionisti, come il verde, il viola e… il blu ovviamente.
Un blu intenso, quello del sogno, che non tinge solo le mani e il viso di Modugno o dei personaggi di Chagall, ma l’intero mondo circostante, che si presenta sempre più piccolo quando gli artisti spiccano il volo e vedono la città rimpicciolirsi sotto ai loro piedi.
(Foto dal web)
“Volare oh oh / cantare oh oh oh, / nel blu dipinto di blu, / felice di stare lassù, / e volavo volavo felice più in alto del sole ed ancora più su, / mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù”.
Il ritornello rappresenta un vero inno alla libertà, libertà di sognare, di essere felici e leggeri tanto da contrastare il fardello della forza di gravità che ti schiaccia verso il reale, per poter finalmente danzare nel cielo tinto di questo blu meraviglioso.
Così fanno gli amanti di Chagall, non solo nell’opera citata in precedenza, ma anche in molte altre come “Sulla città”, dove il pittore e la moglie Bella, vestita di blu, volano sul pianeta tenendosi uniti in un caldo abbraccio. E allo stesso modo fa Domenico Modugno che, all’inizio del ritornello, spalanca le braccia al mondo, pronto a spiccare il volo, così come gli amanti sulla tela, liberi e leggeri come una canzone.
La musica poi torna sempre in Chagall: nel quadro che più degli altri ha ispirato i due cantautori, di fianco ai due amanti che fluttuano nel blu, è presente un violino, che forse, senza saperlo, avrebbe avverato il sogno di Modugno, di “una musica dolce [che] suonava / soltanto per me”.
Laura Bartolini