Nelson Mandela, Il 12 giugno del 1964 riceve la condanna all’ergastolo. Tappa di un difficile cammino che lo porterà a diventare il futuro presidente del Sudafrica democratico. Mandela, uno dei simboli dei diritti umani più riconosciuti della nostra epoca. Un uomo la cui dedizione alla libertà del suo popolo è stata d’ispirazione per i sostenitori dei diritti umani di tutto il mondo.
Già in carcere da due anni, Mandela riceve la sua condanna: il carcere a vita. Una sentenza giunta al termine di un processo, denominato di “Rivonia”, il sobborgo di Johannesburg nel quale si riunivano Mandela e gli altri leader uniti dalla lotta contro l’apartheid.
Nelson Mandela, la condanna all’ergastolo
Il Congresso nazionale africano, il più importante partito politico sudafricano, guidava la lotta contro il regime di segregazione razziale imposto alla popolazione nera del Sud Africa. Mandela per questa sua militanza, e per la guida del partito, trascorre in carcere ben 26 anni. Viene arrestato insieme ai suoi compagni in una fattoria, quella di Liliesleaf di proprietà di Arthur Goldreich, nel 1962. I leader dell’African National Congress sono accusati di “lotta armata e sabotaggio”.
Condannato all’ergastolo, diventa un potente simbolo di resistenza per il nascente movimento anti-apartheid, rifiutando ripetutamente di scendere a compromessi con la sua posizione politica per ottenere la sua libertà. Torna libero l’11 febbraio del 1990 e rinuncia ad ogni proposito di vendetta, lavorando per la riconciliazione del Paese. Vinse il premio Nobel per la Pace nel 1993 e l’anno successivo fu eletto Presidente alle prime elezioni multirazziali nella storia del Sudafrica.
“Più potente della paura per l’inumana vita della prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni, in questo paese… non ho dubbi che i posteri si pronunceranno per la mia innocenza e che i criminali che dovrebbero essere portati di fronte a questa corte sono i membri del governo”.Queste le parole di Mandela nel discorso pronunciato di fronte ai giudici del Tribunale.
Vita di un lottatore pacifista
Nato a Transkei, in Sudafrica, figlio di un capo tribù, Mandela si laurea in giurisprudenza. Nel 1944 si unisce al Congresso Nazionale Africano (African National Congress, ANC) e opera attivamente per abolire la politica dell’apartheid stabilita dal Partito Nazionale al potere. Processato per le sue azioni, Mandela dichiara: “Ho lottato contro il dominio bianco e contro il dominio nero. Ho coltivato l’ideale di una società democratica e libera nella quale tutti potessero vivere uniti in armonia e con pari opportunità. È un ideale per il quale spero di poter vivere e che spero di ottenere. Ma se necessario, è un ideale per il quale sono pronto a morire.”
Nel maggio del 1994, Mandela viene proclamato il primo presidente nero del Sudafrica e rimane in carica fino al 1999. Guida la transizione delle leggi elitarie e dell’apartheid, conquistando il rispetto internazionale grazie al suo impegno per la riconciliazione nazionale ed internazionale. Nel 2008, in occasione del suo 90° compleanno, è stata tenuta una celebrazione internazionale in onore della sua vita, dedicata alle sue mete di libertà ed eguaglianza. Muore nel 2013.
“Se parli ad un uomo in una lingua che comprende, farai centro. Se gli parli nella sua lingua, arriverai al suo cuore.” Nelson Mandela.
Ilaria Festa
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