Sta prendendo sempre più piede con i suoi bitcoin il mercato della creator economy e la rivalutazione delle opere digitali. Casi come quello di “Everydays: the first 5000 days” di Mike Winkleman hanno acceso i riflettori sul mercato dell’arte digitale e alle nuove possibilità di guadagno offerti dai certificati NFT. Certificati che attestano l’unicità delle opere digitali nel mercato delle opere d’arte.

L’importanza del contenuto digitale e la creator economy

“Il contenuto è da sempre elemento essenziale di Internet e dei social, principale strumento per attirare l’attenzione, creare dialogo e relazioni. Questa rilevanza ha dato crescente peso a chi questi contenuti li produce, facendoli diventare veri e propri riferimenti per network più ampi. Una crescita di percezione che oggi li ha resi molto più che semplici creatori, ovvero figure capaci di muovere all’azione, di condizionare”. È quanto ha spiegato Matteo Pogliani, fondatore di Onim, l’Osservatorio Nazionale sull’Influencer Marketing.

Questo esercito di nuove figure sta portando avanti la cosiddetta creator economy che sta cambiando letteralmente il mercato digitale. In Italia sono circa 450 mila, se si considera gli operatori a supporto di essi, con una crescita del mercato che potrebbe arrivare ad 1,5 miliardi di euro. Un giro d’affari che non solo in Italia ha permesso la rivalutazione al rialzo in tutto il mondo delle opere digitali, siano essi semplici tweet, meme, immagini o audiovisivi e lo sviluppo di piattaforme ad hoc per i creator.

Gli NFT e il mercato dell’arte

A dare valore alle opere digitali che prima si trovavano in larga parte gratuitamente su internet è stato l’arrivo del nuovo certificato digitale NFT, not fungible token. Esso consiste in un certificato di autenticità e unicità dell’opera digitale che non può essere scambiata con altre . Non può esistere un NFT simile ad un altro perchè ognuno ha informazioni diverse ed è impossibile riprodurlo. Questo sistema basato sulla valuta in bitcoin e sulla registrazioni dei certificati su piattaforme digitale ha cambiato la valutazione delle opere d’arte digitali rappresentando una scossa per il loro mercato.

Casi come quello di “Everydays: the first 5000 days” di Mike Winkleman presente sul web in diverse copie e poi venduto con il suo NFT messo all’asta da Christie’s per 69 milioni sono stati visti come una vera e propria rivoluzione. Una spinta data dal fatto che l‘NFT può essere rivenduto all’infinito. Ciò nonostante questo certificato garantisce all’autore dell’opera originale di avere una commissione dal 3 al 15% ogni volta che viene effettuata la vendita, cosa che spesso non accade nel mercato dell’arte normale. Inoltre l‘NFT stabilisce sempre che chi lo possiede è l’unico effettivo proprietario dell‘opera d’arte digitale nonostante possano esistere copie sulla rete. Si aprono in questo modo scenari economici importanti e impensabili solo qualche anno fa. Elementi che potrebbero portare ad una decisiva virata dell’arte verso la creator economy.

Stefano Delle Cave

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