Nicola, chi è la moglie di Pupi Avati: “L’ho tradita, ma poi mi sono pentito”

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Di Redazione Gossip

Nicola Avati è la moglie del celebre regista italiano Pupi Avati. La donna, di origine emiliana proprio come il marito, è nata a Bologna. Si sono conosciuti da giovani e dopo poco tempo hanno compiuto il grande passo del matrimonio, certi del loro amore e dei loro sentimenti.

Il cineasta sarà tra gli ospiti della nuova puntata di “Oggi è un altro giorno”, dove presenterà il nuovo film La quattordicesima domenica del tempo ordinario insieme ad uno dei protagonisti, Lodo Guenzi. Nicola e Pupi si sono sposati senza sapere molto l’uno dell’altra, infatti erano usciti insieme giusto qualche volta ma entrambi rimasero reciprocamente affascinati. Il regista non ha mai fatto mistero di essersi innamorato di Nicola molto velocemente, rimanendo stregato dalla sua bellezza. Le famiglie non sembravano convinte di una scelta così affrettata, ma con il passare del tempo si sono accorti che Pupi e Nicola avevano preso la decisione migliore per il loro futuro. All’epoca, oltretutto, Pupi Avati non era ancora diventato un regista, anzi aveva tutt’altre aspirazioni

Nicola, chi è la moglie di Pupi Avati

Pupi Avati e la moglie - Ph Credits Getty Images

Pare infatti che Pupi Avati volesse diventare un jazzista. Il celebre regista resta tutt’oggi un grande appassionato di musica ma soprattutto si dice ancora innamoratissimo della sua compagna. Con Nicola ha messo al mondo tre figli: Mariantonia (1966), oggi regista, Tommaso (1969), sceneggiatore, e Alvise (1971), animatore 3D. Un disegno familiare davvero perfetto, che ha però cominciato a scricchiolare quando il regista Pupi Avati, per un periodo della sua vita, avrebbe perso la testa per un’altra persona. Con il passare del tempo, però, il cineasta è riuscito a ricucire il rapporto con la moglie Nicola, archiviando il presunto tradimento. E a cinquant’anni dal loro matrimonio, le cose sembrano davvero andare per il verso giusto.

Dopo 50 anni, Pupi e Nicola hanno festeggiato le nozze d’oro sposandosi una seconda volta. Questa volta più consapevoli, più adulti, consci di aver costruito nelle grandi difficoltà della vita quotidiana una splendida famiglia, con tre figli a cui hanno insegnato valori fondamentali, in grado di guidarli nel loro percorso da adulti. “Fare il regista è un problema – ha detto Avati – il marito ancora peggio. Ma il matrimonio diventa straordinario nella sua parte conclusiva, quando senti che stanno per sopraggiungere i titoli di coda. Sono loro a creare la nostalgia più grande. Quando ho risposato mia moglie, la parte più bella è stata pronunciare ‘finché morte non vi separi’”.

Oggi, nel loro rapporto imperfetto, fatto ancora di frequenti liti, c’è un amore profondo che li porta a stare insieme e a sostenersi a vicenda. Un amore nato nella Bologna degli anni ‘60, tra un ragazzo timido e una delle ragazze più ambite della città. Un amore che ha superato il tradimento, la separazione, la povertà, dovuta a quattro anni di disoccupazione di Avati dopo l’insuccesso di due film, la difficoltà nell’accettare un terzo figlio, Alvise; non previsto, non voluto, e oggi diventato un regista di fama internazionale. Un amore che dura da mezzo secolo e che dovrebbe insegnare molto ai giovani di oggi, che nell’altro cercano solo la perfezione, quanto i rapporti più belli, e Pupi Avati lo ha raccontato, sono proprio quelli imperfetti.

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