Nuove tensioni sono sorte tra Kosovo e Serbia e c’è chi teme uno scontro armato fra i due Paesi. I serbi non accettano le nuove misure varate da Pristina sul divieto di documenti di identità e di targhe serbi in Kosovo a partire da lunedì primo agosto.

La Nato ha annunciato che è pronta a intervenire con la KFOR se la stabilità nel Paese diventasse “a rischio”.

Le autorità del Kosovo hanno chiuso domenica sera due valichi di confine con la Serbia per i blocchi stradali messi in atto da dimostranti kosovari di etnia serba per protestare contro nuove leggi approvate dal governo su documenti di identità e targhe automobilistiche, in vigore da lunedì 1 agosto. La disputa ha riacceso le tensioni tra Pristina e Belgrado, che non riconosce l’indipendenza del Kosovo. Media internazionali riferiscono che il presidente serbo Aleksandr Vucic, in un discorso televisivo, ha mostrato una cartina del Kosovo coperto dalla bandiera serba e ha avvertito che se i serbi saranno minacciati, la Serbia ne uscirà vittoriosa.

Nella serata di domenica il governo del Kosovo ha mandato un segnale rinviando di un mese, fino al primo settembre, il divieto dell’uso di documenti e targhe serbe nelle regioni del nord a maggioranza serba, secondo quanto riferisce l’agenzia russa Tass. Era stato proprio l’annuncio del divieto, che doveva entrare in vigore oggi, a scatenare violente reazioni dei serbi del Kosovo e riacceso pericolosamente le tensioni tra Pristina e Belgrado

Gruppi serbi “fuori legge” hanno aperto il fuoco contro la polizia kosovara al confine con la Serbia: lo ha detto il premier kosovaro, Albin Kurti, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa turca Anadolu.

“La Serbia non è mai stata in una situazione così complessa e difficile: abbiamo avuto colloqui con rappresentanti dei serbi del Kosovo e Metohija e cercheremo di mantenere la pace. Ma chiedo agli albanesi di cambiare la propria posizione e ai serbi del Kosovo di non cedere alle provocazioni”, ha detto in un discorso alla nazione, il presidente serbo Aleksandar Vucic