A distanza di sei mesi dalla bocciatura, il ddl Zan è stato ripresentato dal PD, che resta «aperto a eventuali modifiche, purché non si stravolga l’impianto della legge come togliere l’identità di genere senza la quale le persone trans non avrebbero protezione e tutela: questo per noi sarebbe inaccettabile, visto che si tratta di una legge antidiscriminatoria che vale per tutti».

Perché il deposito del disegno di legge Zan è avvenuto solo ora?

La proposta di legge identica al disegno di legge Zan contro l’omotransfobia e altre discriminazioni poteva essere depositata solo adesso, in quanto l’articolo 76 del Senato dice che «non possono essere assegnati alle competenti Commissioni disegni di legge che riproducano sostanzialmente il contenuto di disegni di legge precedentemente respinti, se non siano trascorsi sei mesi dalla data della reiezione».

Errare è umano, perseverare è diabolico

«Ripresentano lo stesso testo della legge Zan? Queste sono le priorità del Pd. Ma se errare è umano, perseverare, come si sa è diabolico» scrive su Twitter Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia. «Punire più severamente le discriminazioni è doveroso. Introdurre reati di opinione è una scelta sbagliata, che si confermerà perdente».

«Non mettiamo un ultimatum» commenta il segretario del Pd Enrico Letta «Ci muoviamo in una logica di offerta, a questo Senato, di una grande occasione per recuperare un rapporto con una parte molto importante del Paese. Crediamo che questo sia possibile con il dovuto dialogo». 

“Noi oggi vogliamo annunciare che per quanto ci riguarda la battaglia, che politicamente per noi non è mai stata abbandonata, riprende con un capitolo che è il deposito del ddl Zan nella sua versione originale, con la necessità di riannodare quel filo che è stato bocciato mesi fa” annuncia Letta. “Sappiamo che questo testo è stato bocciato, ma il nostro obiettivo non è una bandiera. Essere di nuovo in Parlamento vuol dire essere aperti anche alle altre parti politiche. Riteniamo che sia possibile e doveroso approvarlo entro la fine di questa legislatura, anche con alcune modifiche”.

Lara Luciano

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