“Chiudere oggi per riaprire domani” è una citazione che risuona ormai familiare alle nostre orecchie: dall’inizio di questa lunga ‘avventura’, cui il governo Conte si è trovato coinvolto, l’obiettivo è stato sempre quello di proiettare un messaggio di speranza agli italiani, far comprendere che l’azione del momento può cambiare quella successiva, per imprimere valore ad ogni piccolo gesto che, se una volta era scontato, il Covid ha reso oggi particolarmente significativo. Sono stati dunque tanti i sacrifici fatti finora e tutti in prospettiva di una ripresa. Tuttavia ora questa luce non la vorremmo più solo ‘in fondo al tunnel’: la noiosa normalità non è mai stata così tanto desiderata.
E verso la normalità è quello cui si punta ogni giorno, nonché il focus primario del nuovo esecutivo guidato da Draghi, alle prese con il suo primo Decreto, che ci si augura non punti più solo ad infondere speranza. Il concetto è: un mese di divieti per evitare che le vacanze pasquali si trasformino in un “liberi tutti”. Parole, anche queste, che risuonano un po’ familiari, ma questa volta chi farà ‘il bravo’ avrà una ‘ricompensa’, perché la linea adottata dal governo nascente è quella di operare in maniera selettiva. Si prevede infatti la creazione di zone rosse, destinate ad un lockdown, oppure “arancione scuro”, la nuova sfumatura di colore che limita semplicemente la circolazione. Il ‘vecchio sistema’ dunque rimane ma con parametri diversi, come richiesto dai governatori: Draghi ha per l’appunto deciso di istituire un tavolo, con il ministero della Salute, l’ISS e i tecnici delle Regioni per discutere di come modificare la raccolta dei dati, dall’Rt alle terapie intensive. Questa è la sua strategia, volta a considerare la curva epidemiologica che al momento non accenna a scendere, in virtù del Dpcm in vigore dal 6 Marzo al 6 Aprile – dopo averlo condiviso con Regioni e Parlamento.
Le regole Draghi
Le nuove regole saranno annunciate lunedì prossimo, insieme alle ordinanze sul cambio di fascia “per consentire ai cittadini e ai titolari delle attività di organizzarsi”. Ma escludiamo già da adesso qualsiasi ipotesi di toglierci la mascherina all’aperto o al chiuso, così come quella di ‘ritornare ad abbracciarci’. Il distanziamento infatti resta obbligatorio e lo stesso vale per il coprifuoco. Inoltre, fino al 27 Marzo, è vietato ogni spostamento tra Regioni, anche nel caso di zona gialla.
E se all’orizzonte non sembra scorgere alcun cambiamento, è bene sottolineare che il metodo Draghi presenta una discontinuità rispetto al precedente governo di Giuseppe Conte, soprattutto per il coinvolgimento che il presidente del Consiglio chiede costantemente alle Regioni, così come deputati e senatori hanno il dovere di presentare i loro suggerimenti e comunicare in largo anticipo ai cittadini le decisioni prese dal governo, sia che si tratti di decreti, sia che si tratti di ordinanze. Entro il weekend si prevede la chiusura del nuovo Dpcm.
Più ministri economici, più ristori
Altra discontinuità si riscontra nella volontà di rendere più rapida l’erogazione dei ristori, aprendo la cabina di regia politica anche ai ministri economici. Dunque, a Palazzo Chigi approdano, oltre al premier e al sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli, anche i ministri Giorgetti, Patuanelli, Speranza, Gelmini, Bonetti e Franceschini.
A ridursi è invece il Cts, che fa capo alla Protezione civile e che il ministro Speranza, in Parlamento, ha ringraziato per “il prezioso lavoro”, giustificando la riduzione dei membri con la volontà di rendere l’organismo “più agile e tempestivo”: ci sarà un unico portavoce.
Le attività che continuano ad essere chiuse
Nonostante le molte richieste da parte della Lega, e da alcuni governatori e associazioni di categoria, i ristoranti – anche se in fascia gialla – continueranno ad essere chiusi la sera. Troppo alto, secondo gli scienziati, il rischio di circolazione delle persone e soprattutto degli assembramenti. Lo stesso vale per le attività sportive, come palestre e piscine: il Cts ha raccomandato massima cautela. All’orizzonte solo qualche possibilità di far ripartire lezioni individuali, ma non prima di aver sotto controllo l’andamento dei contagi.
L’ambito ‘artistico’, invece, è in attesa di scoprire il proprio destino. Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha infatti chiesto al Cts un parere affinché luoghi come i musei, i parchi archeologici e le mostre, al momento aperti solo nei giorni feriali, possano aprire anche nei fine settimana. La risposta arriverà domani. Franceschini ha, inoltre, chiesto la riapertura delle sale cinema e dei teatri, in occasione della giornata mondiale del teatro del 27 Marzo. In questi ambienti si sono stabilite regole più severe, tra cui l’obbligo di mascherina Ffp2, biglietti nominativi prenotati online, così da evitare le file alle casse, sanificazione al termine di ogni spettacolo, ultima visione entro le 22 e ingressi contingentati. E tutto questo non è detto sia sufficiente a consentire il via libera.
Seconde case: “Chi può e chi non può”
Limiti anche per chi intende raggiungere le seconde case nei luoghi in cui circolano maggiormente le varianti Covid. Infatti, chi vive in zona gialla o in fascia arancione vi si può recare, anche se fuori regione. Mentre per gli abitanti “rossi” o “arancioni scuro” è stabilito il divieto di uscire dal comune di residenza e dunque anche la seconda casa non può essere raggiunta, seppure nell’ipotesi questa si trovi in fascia gialla o arancione.
Francesca Perrotta