Il Dipartimento di Stato americano ritiene che 10.000 militari nordcoreani siano dispiegati nella regione russa di Kursk, afferma il portavoce Matthew Miller. Il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov ha confermato che il suo esercito ha avuto un primo ingaggio con i soldati nordcoreani, anticipando di attendersi che cinque unità del Nord, ciascuna con circa 3.000 soldati, siano schierate nelle località di nordest, est e sudest sulla linea del fronte con la Russia lunga 1.500 chilometri, per un totale di almeno 15.000 militari. Umerov, in un’intervista di lunedì all’emittente pubblica sudcoreana Kbs, ha detto che si era verificato uno scontro “su piccola scala”, senza specificare quando e dove, in quello che è l’inizio ufficiale della partecipazione di Pyongyang alla guerra russa. I combattim enti “non sono stati a livello di impegno sistematico con tutte le forze mobilitate”, ha aggiunto Umerov, parlando ancora di quello che per le truppe di Pyongyang è stato il primo scontro di guerra reale dal 1953, anno della fine della Guerra di Corea. Il numero complessivo di militari nordcoreani stimato dal ministro ucraino è quindi superiore alle circa 10.000 unità finora ipotizzate.
“I soldati nordcoreani sono già finiti sotto il fuoco ucraino a Kursk”, aveva annunciato ieri Kiev. Il presidente Volodymyr Zelensky ha detto che sulla base delle informazioni d’intelligence “ci sono già 11.000 nordcoreani nella regione” russa al confine con l’Ucraina.
I soldati nordcoreani in Russia, pericolosa espansione conflitto
“I ministri degli Esteri di Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Repubblica di Corea, Nuova Zelanda, Regno Unito, Stati Uniti e l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea hanno espresso grave preoccupazione in merito allo spiegamento di truppe della Corea del Nord in Russia, per il potenziale utilizzo sul campo di battaglia contro l’Ucraina”. Così i Paesi del G7 allargato. Il loro dispiegamento “segnerebbe una pericolosa espansione del conflitto, con gravi conseguenze per la pace e la sicurezza europea e dell’Indo-Pacifico e un’ulteriore violazione del diritto internazionale e dei principi Onu”, prosegue la nota pubblicata sul sito della Farnesina.