Rientro in classe, oggi, per i ragazzi delle scuole superiori in Toscana (poco più di 166mila), Abruzzo (56.500) e Valle d’Aosta. I ragazzi rientreranno al 50% in presenza.
Tutte le altre Regioni hanno scelto di rinviare il ritorno sui banchi degli studenti delle superiori in date che vanno dal 18 gennaio al 1 febbraio. Sono previsti per oggi proteste e flash mob. Ragazzi, studenti e docenti, dal Nord al Sud, chiedono di poter tornare a scuola In Trentino Alto Adige già dal 7 gennaio tutti gli alunni dalle materne alle superiori sono rientrati in classe.
Nelle altre regioni il rientro dei ragazzi delle superiori è posticipato con date differenziate da territorio a territorio che vanno dal 18 gennaio (Piemonte, Lazio, Liguria, Molise, Puglia) fino al 1 febbraio (Marche, Calabria, Basilicata, Sardegna, Sicilia, Veneto, Friuli Venezia Giulia). Il 25 gennaio torneranno invece in classe i ragazzi delle superiori in Emilia Romagna, Campania, Lombardia e Umbria. A casa domani rimarranno anche tutti gli studenti siciliani: il presidente Musumeci ha disposto infatti il rientro il 1 febbraio per gli studenti delle superiori e il 18 gennaio per quelli del primo ciclo.
Azzolina: “Capisco i ragazzi: il diritto all’istruzione è essenziale, sarei anch’io arrabbiata. Io ho il dovere di dire loro che il governo ha fatto tutto quello che doveva per il rientro a scuola. A maggio 2020 i medici mi scrivevano per chiedere di lasciare chiusa la scuola e così è stato, oggi ricevo lettere di tanti medici che mi chiedono di aprire le scuole: vedono le difficoltà dei loro figli. Ieri sera ho ricevuto la lettera di un anestesista”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina su Radio Rai 1.
“E’ difficile per gli studenti comprendere perchè non rientrano a scuola, capisco le loro frustrazione: la scuola è un diritto costituzionale se a me avessero tolto la scuola non sarei probabilmente qui”. Ha sottolineato la ministra dell’Istruzione. “Nelle regioni a fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici, i ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Sono molto preoccupata, oggi la dad non può più funzionare, c’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati ed sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica”. “Il rischio zero non esiste, ma non esiste in alcun ambito – ha aggiunto – . All’interno delle scuole il rischio è molto basso e lo testimoniano gli studi italiani ed europei. La scuola si è organizzata molto bene. Io ho fatto tutto quello che potevo fare, chiedo a tutti di trattare la scuola non in modo diverso di come si trattano le attività produttive”, ha concluso la ministra Azzolina.