
Oggi, Lorena Quaranta, uccisa dal fidanzato durante la quarantena, ha coronato il proprio sogno: è stata proclamata dottoressa in Medicina e Chirurgia.
PhotoCredit: dal web
L’omicidio di Lorena Quaranta
A Furci Siculo, in provincia di Messina, lo scorso 31 marzo, si è consumato l’ennesimo episodio di femminicidio. La vittima è una ragazza di appena 27 anni, Lorena Quaranta, ed il carnefice è il suo fidanzato, Antonio De Pace. I due, conviventi da tre anni, erano entrambi studenti di medicina; lui, durante la quarantena, l’ha strangolata nel loro appartamento in seguito ad un litigio. Con gli inquirenti De Pace ha provato a giustificarsi dicendo che lei gli aveva trasmesso il Covid, ma i tamponi effettuati hanno confermato la negatività di entrambi al virus. Adesso il ragazzo è in carcere, accusato di omicidio premeditato.
La laurea alla memoria per la studentessa di medicina
La giovane studentessa era in procinto di coronare il proprio sogno: laurearsi in Medicina e Chirurgia. Oggi, nonostante non abbia potuto discutere la tesi – al suo posto lo ha fatto un’amica e collega – e stringere la mano ai docenti, la Quaranta ha raggiunto questo obiettivo. Il Rettore dell’Università di Messina, Salvatore Cuzzocrea, l’ha proclamata dottoressa ed ha riconosciuto il 110 e lode alla sua memoria. Lorena Quaranta in futuro voleva aiutare i bambini, diventando una pediatra.
Le parole del Rettore per Lorena
Il Rettore, durante la cerimonia, ha dichiarato: “Saluto tutte le autorità presenti, ed in particolare la mamma e tutti i familiari di Lorena. Durante un convegno avevamo promesso che questo giorno sarebbe arrivato e così è stato, per dare un segno, insieme alle altre istituzioni. Oggi c’è una sedia vuota in quest’aula, ma in realtà avrebbe dovuto essere occupata da Lorena per coronare i suoi studi. Ringrazio la madre e la famiglia per averci permesso di stare loro vicino, nel ricordo di una figlia dell’Ateneo. Organizzeremo molti altri eventi ed iniziative di sensibilizzazione, affinché non si ripetano mai più simili atti di viltà“.
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